di Mattia Gelosa
Nata a Tunisi il 15 aprile 1928, Claude Joséphine Rose Cardinale diviene negli anni Cinquanta una delle grandi dive del cinema italiano e poi internazionale.
Al pari di Gina Lollobrigida e Sophia Loren, viene spesso considerata una delle donne più belle del mondo e l’incarnazione della donna mediterranea ideale.
A rendere straordinaria la sua carriera, però, non è stata solo la bellezza, ma anche la sua capacità di recitare in ruoli dove incarnava donne di grande carattere e dai tratti di eroine emancipate e moderne. La sua bravura è stata premiata diverse volte: ha infatti vinto nel 1984 con Claretta il premio come miglior attrice alla Mostra del Cinema di Venezia, un Leone e un Orso d’oro alla carriera, 5 David di Donatello e 5 Nastri d’Argento.
La sua carriera di attrice nacque quasi per caso nel 1957, quando vinse il concorso per la più bella italiana in Tunisia, che metteva in palio un viaggio con un passaggio sul red carpet della Mostra di Venezia. I fotografi impazziscono, ma a lei il cinema non interessa e quando prova a fare alcune lezioni di recitazione i risultati sono pessimi. Tuttavia, a causa di una gravidanza inattesa e non voluta, decide di accettare qualunque lavoro le venga proposto per poter mantenere il figlio in arrivo.
A chiamarla è Franco Castaldi, produttore del film I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli, che la scrittura nel film e che sarà anche il suo compagno di vita per più di due decenni.
Inizia così, contro le sue aspettative e la sua volontà, una delle carriere più belle del nostro cinema.
Da quel momento, infatti, la Cardinale dominerà gli schermi nostrani attraversando i generi più disparati e diventando un modello per la moda dei vari decenni.
Indimenticabile è il suo ruolo in alcuni capolavori dal successo internazionale.
Nel 1963, infatti, lavora su due set da sogno: è Angelica ne Il gattopardo di Luchino Visconti e Claudia ne 8 e1/2 di Federico Fellini.
Conosce così due registi diversissimi per metodo e approccio di lavoro, ma anche due geni che stanno compiendo le loro opere migliori. Visconti con Il gattopardo vincerà il Festival di Cannes e realizzerà un kolossal paragonabile forse solo a “Via col vento” per imponenza e costi, mentre Fellini verrà incoronato con l’Oscar al Miglior Film Straniero.
Entrambe le pellicole sono considerate fra i migliori film della storia del cinema.
Se in 8 e ½ la Cardinale era una coprotagonista, ruba invece la scena nel lavoro tratto dal romanzo di Tomasi di Lampedusa, dove incarna una ragazza borghese che sposa un nobile principe per consolidare il potere delle due famiglie. Indimenticabile è la scena finale del ballo di nozze, in cui veste un abito da sogno.
Nel 1968, dopo diversi ruoli accettati anche ad Hollywood, ma in opere di modesto successo, incarna la donna moderna nel capolavoro C’era una volta il west di Sergio Leone (foto in alto).
Il suo personaggio, Gil, è l’unico carattere femminile nei western del maestro italiano ed è una donna che prende in mano la sua vita e il suo destino in modo determinato, alla ricerca della fortuna e del riscatto dopo anni di prostituzione.
Comencini, Monicelli, Fellini, Visconti, Leone, tutti i big del cinema italiano hanno diretto l’attrice di origini tunisine e la sua carriera ancora non è del tutto terminata: oggi, infatti, lavora in teatro e fa alcune comparsate in tv, come nel recente Il bello delle donne, mentre è impegnata anche in lotte a scopo sociale come ambasciatrice UNESCO e contro l’AIDS.