di Patrizia Toia – Eurodeputato gruppo S&D
Abbiamo cambiato il regolamento di Dublino!
Dopo una lunga latitanza finalmente l’Europa, grazie alle sollecitazioni dell’Italia e degli eurodeputati del gruppo S&D, si è decisa ad assumersi la sua responsabilità modificando il famigerato regolamento di Dublino.
Con il voto in Commissione LIBE, a cui ho partecipato anch’io giovedì scorso, abbiamo approvato un nuovo regolamento di Dublino, pietra angolare del sistema d’asilo dell’Unione Europea, per rimediare alle attuali debolezze e creare un sistema solido per il futuro.
Finalmente si sancisce che il primo paese di arrivo non sarà più automaticamente responsabile per i richiedenti asilo e l’attribuzione della responsabilità sarà invece regolata da un meccanismo stabile di ricollocazione e basata sui “reali legami” con uno Stato membro, quali la famiglia, l’avervi già vissuto in precedenza o gli studi.
In assenza di questi legami, i richiedenti asilo verrebbero automaticamente assegnati ad uno Stato membro dell’UE, in base ad un metodo di ripartizione fisso, non appena registrati e dopo un controllo di sicurezza e una rapida valutazione dell’ammissibilità della loro domanda di protezione. Ciò per evitare che gli Stati membri “in prima linea” si assumano una quota sproporzionata degli obblighi internazionali dell’Europa nei confronti delle persone bisognose e per accelerare le procedure di asilo.
Gli Stati membri che non rispettano le norme rischiano di veder ridotto il loro accesso ai fondi UE.Il sistema europeo di asilo è una delle questioni chiave che determinano lo sviluppo futuro dell’Europa e con queste modifiche, che chiedevamo da tempo, abbiamo voluto che fosse davvero nuovo, basato sulla solidarietà, con regole chiare e incentivi a seguirle, sia per i richiedenti asilo che per tutti gli Stati membri
La decisione della Commissione ha dato l’avvio a un mandato negoziale: ora ci aspettiamo che il Consiglio e gli Stati membri facciano davvero la loro parte, per arrivare ad un testo da varare in via definitiva.
Voglio ribadire che per troppo tempo l’Italia è stata lasciata sola ed è stato il Paese che non solo ha affrontato l’emergenza ed è andata a fondo nella ricerca delle cause per una soluzione duratura, ma ha anche dettato orgogliosamente l’agenda in Europa sul tema. Si pensi alla proposta portata avanti da Renzi col Migration Compact, per affrontare le migrazioni a partire dalle cause che la determinano e per cominciare a cambiare le cose nei paesi di origine e di transito, dove la “tratta” e lo sfruttamento iniziano.
In Parlamento abbiamo lavorato giorno per giorno, nelle Commissioni e con i colleghi degli altri gruppi politici per la riforma di Dublino e oggi spiace vedere alcuni di altri partiti prendersi dei meriti che non hanno.
Ma per fortuna il Parlamento con grande maggioranza e compattezza si è espresso e una volontà cosi vasta su un testo così impegnativo dovrà essere ben tenuta in conto dal Consiglio.