di Daniela Annaro
Immersa in una luce calda e avvolgente, Maria con in braccio il Bimbo irrequieto, forse conscio del suo tragico destino, guarda verso terra, ai Santi Francesco e Biagio, e al committente in preghiera, Alvise Gozzi. Intorno a lei, angeli festanti su nuvole bianche. E’ una Sacra Conversazione, una grande pala d’altare proveniente da Ancona, dalla Pinacoteca Civica Podesti. E’ il primo dipinto a noi noto che il veneziano Tiziano Vecellio abbia firmato e datato nel 1520..
I milanesi lo possono ammirare gratuitamente in Sala Alessi, a Palazzo Marino. E’ il dono natalizio del Comune ai suoi cittadini e ai turisti in visita alla città fino al 14 gennaio 2018. Per il decimo anno consecutivo, Palazzo Marino rinnova l’appuntamento con l’arte durante le festività esponendo una sola tela di grande pregio.
Tiziano ha trent’anni quando la dipinge. E’ il mercante di Dubrovnik Alvise Gozzi che la commissiona per l’altare principale della chiesa di San Francesco ad Alto ad Ancona. Il giovane Tiziano sta vivendo un momento particolarmente felice e creativo. La pala anconetana segna una svolta nella realizzazioni delle pale d’altare. Una rivoluzione che era iniziata con Leonardo attraverso la Vergine delle Rocce, con Giorgione e la Pala di Castelfranco nel 1504 e proseguita con Raffaello con la Madonna di Foligno.
Tiziano la sviluppa senza però ricorrere a una struttura architettonica che faccia da cornice alla composizione.
La Madonna appare nella luce smorzata del tramonto – precisa il curatore Stefano Zuffi – che attenua i contrasti cromatici e diffonde un dolce tono sfumato sui personaggi e sul paesaggio: un effetto atmosferico innovativo. I santi in primo piano sono Francesco e Biagio, il rpimo titolare della chiesa in cui era conservato il dipinto porta la mano stimmatizzata al petto in un forte coinvolgimento emotivo. Biagio è il protettore della città di Dubrovnik da cui proveniva il committente Alvise Gozzi , trasferito ad Ancona dove esercitava l’attività di mercante. San Biagio , in suntuosi paramenti vescovili, indica al donatore inginocchiato la Madonna e il Bambino e il gesto del dito puntato verso l’alto è il motore dell’intera composizione.
Sullo sfondo, ditro la pianta di fico si riconosce Venezia con il bacino di San Marco, Palazzo Ducale e il Campanile. Su retro della Pala Gozzi ci sono schizzidi mani diverse, ma c’è un bozzetto sicuramente di Tiziano: è il volto del Bambino che poi ritroveremo in braccio a Maria nella stesura finale del dipinto.