Trattoria Basilio doc

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La storia di questa trattoria inizia nel lontanissimo 1936 quando, il signor Basilio, originario della frazione vimercatese di Ruginello, decise di rilevare l’attività del signor Spada che ventiquattro anni prima aveva iniziato, con passione e caparbietà, a lavorare in questa cucina. L’età, nel frattempo, per il signor Spada avanzava, mentre le forze andavano scemando. Subentrò così il giovane Basilio, nel pieno delle sue forze e colmo di entusiasmo per questa novità che stava bussando alla sua porta. Dopo di lui, il figlio, il signor Ambrogio. Venne poi la volta del nipote Paolo. Poi Alessio, il figlio del nipote, grato a quel trisnonno che ha scritto la storia di una famiglia, di una tradizione culinaria, e, perché no, di un paese come Vimercate.

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Basilio fece della trattoria la sua vita. I nipoti raccontano che il venerdì, giorno di mercato, la trattoria diveniva il centro della vita di Vimercate, Vicus Mercati, il vicolo del mercato, appunto. Alle cinque si apriva, alle nove le grandi quantità di busecca preparate erano già finite.

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Ambrogio nacque proprio nel 1936, insieme alla sua trattoria. Ed è proprio lui che, terminata la quinta elementare, con la sua bicicletta dà vita alla tradizione della consegna a domicilio del vino. Damigiana dopo damigiana, cascina per cascina, lasciando un segno indelebile alla storia del Locale che si sostiene ancora oggi con la vendita del vino sfuso, bianco e nero, frizzante e fermo. Tra dialetto e nostalgia, Ambrogio racconta di quella volta in cui un signore di Imola si fermò quasi per caso nella trattoria, lasciando la ricetta per le lasagne, portandosi però a casa quella del minestrone.

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Paolo, invece, ha messo nel cassetto il suo diploma di ragioniere e ha deciso di continuare la tradizione di famiglia. Autodidatta ma ormai cuoco esperto, ha deciso di mantenere vivo il passato, rinnovando il locale e con lui alcuni piatti, per adeguarsi allo scorrere del tempo, assicurando però alle tradizioni la portata principale.

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Alessio, ora è il suo turno. Giovane, fresco e vitale. Al mattino lo trovi dietro il bancone del bar, a mezzogiorno e nelle ore serali ad osservare esperte mani culinarie. Entra, con la trattoria, nel mondo social, indispensabile ormai.

E così, il martedì: cazzuola. Mercoledì: una volta pizzoccheri, una volta lasagne. Giovedì: trippa che, il 3 agosto di ogni anno, giorno di Santo Stefano, in occasione della festa del paese, diventa di 1 quintale.

Camilla Mantegazza

©fotografie di Stefania Sangalli e Giovanna Monguzzi

 

 

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