di Francesca Radaelli
Alla fine la spunta il Real Monza. Ad aggiudicarsi il Trofeo della Pace di quest’anno è una delle due squadre formate dagli studenti del centro provinciale per l’alfabetizzazione, ex istituto Confalonieri. Sono state disputate ieri pomeriggio presso lo stadio Sada le ultime partite di calcio a sette della manifestazione organizzata da UPF Monza, che ha visto scendere in campo ragazzi di oltre 15 nazionalità differenti, alcuni di loro profughi da poco giunti in Italia, schierati nelle squadre del Centro Mamma Rita (CMR 50), dell’Oratorio San Francesco di Muggiò, del CPIA Monza e Brianza e del già citato Real Monza.
Il pomeriggio si è aperto, in realtà, con le partite del triangolare Freedom Cup, che hanno visto sfidarsi le squadre di Sudamerica, UPF Italia e Tibet. Vincitori della coppa i giocatori della UPF Italia, che in campo hanno letteralmente spadroneggiato, rifilando prima un secco 6 a 0 al Sudamerica, quindi a seguire dopo una breve pausa – giusto il tempo di tirare il fiato – un 4 a 0 alla squadra del Tibet. Secondo posto per il Sudamerica, che ha sconfitto per 2 a 1 in un match decisamente più equilibrato i giocatori tibetani, che pure potevano contare sul sostegno di mogli e figli, che hanno accompagnato la squadra in questa ‘trasferta’.
Per loro il pomeriggio monzese ha rappresentato soprattutto un momento di incontro e l’occasione, per un popolo di fatto esiliato dalla propria terra, di ritrovarsi insieme. “Veniamo da tutta la Lombardia”, racconta una delle supporter più scatenate, “qualcuno persino da Verona. Ma per noi il Trofeo della Pace è ormai diventato un appuntamento a cui non possiamo mancare”. La squadra UPF, invece, accoglie un misto decisamente vincente, di tante nazionalità: italo peruviani giocano al fianco di italo cinesi e italo tedeschi, e sembrano capirsi perfettamente, almeno in campo. Da veri uomini di sport, al termine del torneo non sprecano certo le parole. “Siamo soddisfatti delle partite, ci aspettavamo un buon risultato”: questo il loro commento a fine partita.
Terminato il triangolare, è stata poi la volta degli ultimi combattuti incontri del Trofeo della Pace vero e proprio: il match tra Oratorio San Francesco e Real Monza e quello tra CMR 50 e CPIA Monza e Brianza. Questa, al termine della giornata, la classifica finale:
- Real Monza (7 punti)
- CMR (6 punti)
- CPIA Monza (2 punti)
- Oratorio San Francesco (1 punto)
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo e unire la gente”, afferma Carlo Chierico, presidente di UPF Monza, al momento delle premiazioni. “Lo diceva Nelson Mandela e noi lo abbiamo dimostrato anche quest’anno, ancora una volta. Per questo voglio rivolgere un pensiero al fondatore di Universal Peace Federation, il reverendo Moon, morto nel 2012: è per merito suo che è nata la prima Freedom Cup, cui si ispira il nostro Trofeo della Pace”.
A premiare gli atleti sono Silvano Appiani, consigliere delegato allo sport del Comune di Monza, Martino Cazzaniga, vicepresidente del comitato brianzolo UISP, e Pierluigi Frosio, il testimonial di quest’anno, ex giocatore di serie A e capitano del Perugia dei record. È stato lui a dare il calcio di inizio della prima partita del pomeriggio ed è a lui che, al termine del torneo, tocca il compito di designare il miglior giocatore: ad aggiudicarsi il premio è Ismail del Centro Mamma Rita.
“Il torneo interetnico è una bellissima iniziativa, che permette di riunire qui, su un campo da calcio, ragazzi provenienti da tutto il mondo, a volte con storie difficili alle spalle”, commenta Pierluigi Frosio. “Non so se qualcuno di loro giocasse a calcio anche al proprio paese, probabilmente molti non avevano molta dimestichezza con il pallone, ma in un contesto come questo l’aspetto puramente agonistico passa in secondo piano. L’importante è che questi ragazzi tanto diversi fra loro abbiano potuto trascorrere un bel pomeriggio insieme. Nel rispetto reciproco e dei valori migliori dello sport”. E alla fine a vincere è proprio lo sport migliore, quello allegro e colorato, fatto di divertimento, sana competizione e tanta voglia di stare insieme.
Francesca Radaelli
Bello.
bravi valori veri…da fare conoscere…grazie anche al giornale che DA NOTIZIE POSITIVE
Ho letto l’articolo, peccato non esserci stato, complimenti vivissimi ai giocatori ma anche alla giornalista! Ciao