di Marco Riboldi
Confessioni di un candidato. No, non è un articolo sull’agricoltura, nè sulle vacanze.
Vorrei solo raccontare in modo un po’ leggero cos’è una campagna elettorale vista da dentro, prendendo ad esempio quella recente per le elezioni comunali: sono le campagne più vissute, perchè ci sono da conquistare le preferenze, da accumulare una alla volta.
Vediamo come vanno.
La candidatura
Tutto inizia con la candidatura.
Può essere che ti chiedano insistentemente di candidarti oppure che sia tu a deciderlo. Un tempo non era molto facile trovare spazio all’interno delle liste elettorali: oggi, complice la disaffezione di molti, è abbastanza semplice.
Ma perchè ti viene in mente di farlo?
A sentire le dichiarazioni sembra sempre che ti trascinino : “alcuni amici mi hanno chiesto, visto che il partito me lo richiede” ecc.
Può essere, però prima di tutto c’è la tua voglia di farlo: molto per passione, un po’ per curiosità, un po’ per un pizzico di vanità…
Insomma entri in lista: documenti, burocrazia, firme varie e il tuo nome è lì, sul manifesto comunale che annuncia i candidati.
(prima nota: io mi sono sempre candidato molto volentieri, senza gran bisogno di spinte. Mi piace, sono un malato di politica, credo di poter dare una mano; non vedo cosa ci sia da nascondere).
La corsa
E qui arriva il bello.
Si comincia a chiedersi come fare per avere le preferenze necessarie. Già, ma prima di tutto capire quante ne servono non è facile, e poi in breve ci si rende conto che il calcolo è inutile: più ne hai, meglio è.
Allora inizia il ragionamento sulle strategie e le conoscenze: parenti, amici, colleghi con cui sei in confidenza. A questa prima cerchia se ne aggiungono via via altre: vecchi compagni di scuola, vicini di casa, compagni di qualche avventura di viaggio o di vacanza, ex fidanzati/e (terreno insidioso…).
E cominciano le scoperte: l’amico fidato ti dice che “guarda tu sei bravo, ma il tuo partito…”; il parente
“ti voterei, ma vado in vacanza”; l’insidiosissimo “ ma sì, di dammi il tuo “santino”, ci penso su e vediamo…” ecc.
Per i non addetti: chiamasi “santino” il biglietto su cui ci sono la tua fotografia (altra insidia..), il tuo nome e le istruzioni per il voto.
Tu rendi subito conto che voti dati per sicuri non arriveranno mai, che l’amico su cui contavi purtroppo ha una cugina che si candida (il che in una città di 124.000 abitanti con 500 candidati complessivi succede spesso), che insomma la vita del candidato è dura.
E cominci a girare come una trottola.
Perchè certo facebook e simili aiutano, whatsapp è comodo, ma non bastano, quindi : iniziative di partito, di coalizione, mercati, serate, recapito di fogli di propaganda ecc…
Ti rendi conto che, come diceva Indiana Jones in quel film “non sono gli anni, sono i chilometri”.
E ogni giorno il barometro delle previsioni cambia: oggi sei ottimista perchè una persona ti ha inaspettatamente riconosciuto come un conoscente di antica data e ti ha detto che ti vota, domani ti deprimi perché scopri che il tuo dirimpettaio si è candidato anche lui e ciao voti nel condominio.
(seconda nota: non ci sono regole . Ho fatto molte campagne elettorali, ma ogni volta l’incertezza regna sovrana).
Fine corsa
Finalmente arriva quel benedetto venerdì’ sera: la campagna è finita, c’è stata la manifestazione di chiusura, hai distribuito tutto il materiale tuo e del partito, imbuchi un po’ a caso gli ultimi santini rimasti
e…aspetti. Certo puoi fare ancora qualche conversazione, un post su facebook, ma insomma, il grosso è andato.
Un sabato e una domenica di attesa ti accompagnano verso il lunedì dello spoglio dei voti, quando le notizie in arrivo dai seggi ti faranno attraversare tutte gli stati d’animo possibili, dalla speranza alla delusione e viceversa.
(terza nota e un consiglio per i candidati più giovani.
Lasciate perdere: quel lunedì programmate il lavoro come il solito, anzi di più, oppure andate a pesca, in montagna o al cinema. Attendere i risultati minuto per minuto è snervante e del tutto inutile. Ostentate, soprattutto con voi stessi, sovrana indifferenza nei confronti del destino cinico e baro: non ci crederà nessuno, ma contribuirà alla vostra salute mentale).
Da ultimo: il vero candidato, dipendente dalla politica come un tabagista della nicotina, sa che, comunque vada, da domani comincia la campagna elettorale per la prossima volta. Cinque anni passano in fretta.