di Daniela Annaro
Per chi per tanti anni si è occupato di tv, in un giorno come questo, 21 novembre, giornata mondiale della televisione, il primo pensiero corre a un testo pubblicato in Italia sul finire degli anni Novanta. Curato da Giancarlo Bosetti, raccoglie riflessioni autorevoli come quella del filosofo della scienza Karl R. Popper, un signore austriaco nominato Baronetto da Sua Maestà la Regina Elisabetta nel 1964. Si intitola “Cattiva maestra televisione“.
Quando il libro apparve in Italia, Karl R. Popper era scomparso da due anni. Ma la sua pubblicazione nel nostro paese, nel 1996, coincise con l’incontro che si svolse a New York il 21 novembre di quell’anno tra i più importanti responsabili delle Tv a livello mondiale. Fu in quell’occasione che le Nazioni Unite pubblicarono un documento che ricordava, tra l’altro, l’importanza fondamentale del mezzo televisivo per la democrazia, la libertà di informazione, lo sviluppo sociale e culturale, la pace nel mondo.
Un proclama meraviglioso, almeno a parole. Tutti noi ,però, abbiamo sotto gli occhi il danno che, in Italia, come nel resto del mondo, la televisione produce, regolata solo dalle leggi del mercato e non certo dai buoni sentimenti, dal rispetto del pubblico, soprattutto dei minori. L’abbiamo visto in questi trent’anni, dall’avvento delle tv commerciali nel nostro Paese. La tivù ha perso quello spirito “pedagogico” che aveva agli albori quando si impegnava a trasferire il sapere collettivo della nazione, diffondeva cultura, conoscenza e la pubblicità non la faceva da padrona.
Certo, non si torna indietro, ma forse in questa giornata vale la pena di ripensare alle parole – profetiche e totalmente inascoltate- del filosofo Karl Popper.
“Un nuovo Hitler avrebbe, con la televisione, un potere infinito.” Così esordisce l’epistemologo nel suo saggio “Cattiva maestra televisione”. E aggiunge:“Non ci dovrebbe essere alcun potere politico incontrollato in una democrazia. Ora, è accaduto che questa televisione sia diventata un potere politico colossale, potenzialmente si potrebbe dire anche il più importante di tutti, come se fosse Dio stesso che parla. E così sarà se continueremo a consentirne l’abuso.”
Popper è stato il filosofo che più di altri si è battuto contro i totalitarismi, contro le dittature. Ecco come continua: “Chiunque sia collegato alla produzione televisiva deve avere una patente, una licenza, un brevetto, che gli possa essere ritirato a vita qualora agisca in contrasto con certi principi.” Già una patente, un tesserino ….
Forse alla luce della vittoria di Donald Trump e del ventennio berlusconiano, oggi dalla tomba Sir Karl Raimund Popper potrebbe solo ricordarci che lui ce l’aveva detto!