Uguaglianza è (anche) Cooperazione

di Francesca Radaelli

La Festa della Cooperazione di quest’anno è andata in scena in una bella mattinata di tarda primavera nei prati e nei tendoni dello Spazio Rosmini di Monza. Una mattinata trascorsa a riflettere sul concetto di Uguaglianza e sul “T-essere uguaglianza” – come recita il titolo dell’evento – con le studentesse e gli studenti delle scuole del territorio brianzolo.

Questo è infatti il tema scelto dal Comitato di Monza e Brianza di Confcooperative Milano e dei Navigli per la settima edizione dell’iniziativa “La cooperazione scende in piazza”, che si è svolta lo scorso sabato 27 maggio.

Protagonisti sono stati gli studenti e le studentesse – una sessantina circa – di terza superiore del “Mosè Bianchi” di Monza e del “Martino Bassi” di Seregno che hanno partecipato nel corso dell’anno scolastico ai percorsi formativi promossi dagli operatori delle cooperative LaFucina e Betania. Inoltre erano presenti studenti e docenti dell’Istituto Castiglioni di Limbiate.

Il laboratorio “Uguaglianza come partecipazione”

Dopo una prima introduzione a cura di Fabrizio Annaro, moderatore della mattinata, e Marco Meregalli, coordinatore Confcooperative MB, gli studenti, divisi in tre gruppi, hanno avuto la possibilità di riflettere sul concetto di “uguaglianza” da diversi punti di vista,  partecipando, a rotazione, ai laboratori progettati e tenuti dagli Ambasciatori della Cooperazione, studenti e studentesse che hanno deciso di approfondire i valori del mondo cooperativo mettendosi in gioco nell’organizzare i workshop della Festa della Cooperazione.

I laboratori: uguaglianza come identità, partecipazione e differenza

Ogni laboratorio ha proposto di declinare il concetto di uguaglianza, pilastro della nostra Costituzione, ma a volte un po’ troppo astratto, attraverso alcune attività pratiche, pensate per stimolare riflessioni e ragionamenti.

Così, nel laboratorio “Uguaglianza come identità” ogni ragazzo è stato invitato a ricalcare la sagoma della propria mano e a riempirne l’interno con immagini e parole che lo rappresentassero. Ogni mano, simile alle altre per il profilo, così ha assunto un aspetto unico. È stata riempita delle passioni personali come lo sport, la musica, la squadra del cuore, ma anche di frasi e parole (“siate audaci”, “anima senza fine”). Ogni mano, hanno spiegato i ragazzi organizzatori dell’attività, è diventata il simbolo dell’identità di ciascuno, ossia la base da cui ciascuno può partire per costruire il proprio percorso.

Il laboratorio “Uguaglianza come identità”

Nel workshop intitolato “Uguaglianza come partecipazione”, invece, gli studenti sono stati divisi in coppie: una persona della coppia è stata bendata, all’altra sono state legate le mani. L’obiettivo di ogni coppia era quello di riprodurre un disegno uguale per tutti, unendo le proprie “possibilità”: quella di vedere il disegno, per chi aveva le mani legate, e quella di poter usare le mani per disegnare, per chi era bendato. Il risultato sono stati tanti disegni diversi, ma anche un bel momento di collaborazione. “Dove non arrivo io, arrivi tu”: questo il messaggio del laboratorio pensato dalle organizzatrici.

Il laboratorio “Uguaglianza come partecipazione”

Infine, nello spazio intitolato “Uguaglianza come differenza” a ogni partecipante è stato chiesto di contribuire a realizzare un lungo cartellone composto da parole e definizioni. Ognuno a turno ha dovuto scrivere una definizione personale della parola scritta sul cartellone dalla persona che lo aveva preceduto, oppure pensare alla parola corrispondente alla definizione scritta dal compagno precedente. Partendo dalla parola “scuola”, definizione dopo definizione, si è così arrivati alla parola “casa”, oppure alla parola “profondità”, ma anche alla parola “dittatura”.

Il laboratorio “Uguaglianza come differenza”

Parole diverse per ognuno dei tre gruppi partecipanti, a mostrare quanta imprevedibilità ci sia in ogni percorso anche quando si parte dallo stesso punto e quanto la differenza possa essere un’opportunità per sperimentare idee nuove.

Identità, partecipazione e differenza sono sicuramente tre declinazioni del concetto di uguaglianza che ben rispecchiano i valori del mondo cooperativo, fondato sulla collaborazione e sul principio di pari dignità delle persone, soprattutto nel mondo del lavoro.

 

Gli studenti parlano alle istituzioni

Nonostante qualche imbarazzo iniziale e un po’ di timidezza, tutti gli studenti si sono messi in gioco e hanno accettato di misurarsi con le “sfide” dei diversi workshop e di dare contributi personali spesso sorprendenti, nel più autentico spirito cooperativo.

Al termine delle attività laboratoriali, c’è stato un momento di restituzione collettiva, in cui sono stati mostrati i diversi “prodotti” realizzati durante la mattinata e, sotto la guida di Monica Pozzoli della cooperativa Betania e di Simone Matrisciano della cooperativa LaFucina, gli studenti sono stati stimolati a riflettere sul significato delle attività della mattinata.

Un momento della restituzione finale: sul palco alcuni ragazzi “ambasciatori della cooperazione”

Quindi Fabrizio Annaro, moderatore della mattinata, in vista degli interventi più istituzionali previsti successivamente, ha invitato i ragazzi presenti a riflettere sul proprio rapporto con le istituzioni: “Cosa fanno le istituzioni per voi? Cosa vorreste facessero? E cosa facciamo noi per le istituzioni?”, ha chiesto. Si è partiti dall’istituzione più “frequentata” dai ragazzi: la scuola.

Uno studente interviene durante il dialogo finale

Alcuni studenti – come emerso anche nel corso dei laboratori – hanno affermato di sentirsi spesso sottovalutati e trattati “come numeri” dai propri professori, poco capiti nelle proprie fragilità e poco valorizzati nel proprio impegno, ma di essere comunque all’interno di un percorso di vita. “Io sono il mio voto?”, ha chiesto provocatoriamente Monica Pozzoli, stimolando ulteriori interventi sul tema della partecipazione.

Le istituzioni parlano agli studenti

Sul significato di uguaglianza e cooperazione si sono soffermati anche i rappresentanti istituzionali intervenuti al termine della mattinata. Un momento importante, che per i ragazzi presenti è stata l’occasione per venire in contatto con alcune istituzioni del proprio territorio, spesso sentite come estranee o lontane.

Egidio Riva, assessore al Welfare e Salute del Comune di Monza, dopo aver ricordato che il Comune è qualcosa che appartiene a tutti, ha sottolineato quanto l’uguaglianza sia uno dei valori che fanno parte del suo mandato: “Il nostro obiettivo è costruire una comunità inclusiva, che dia a tutti la possibilità di realizzarsi come persone”, ha detto, auspicando che qualcuno dei ragazzi presenti possa in futuro svolgere una professione nel mondo della cooperazione e delle istituzioni.

Egidio Riva parla agli studenti

Quindi, Andreina Fumagalli, Assessora alla Partecipazione del Comune di Monza, ha sottolineato come i diversi laboratori abbiano dimostrato che “da soli non si va da nessuna parte, l’unica possibilità è lavorare insieme. L’obiettivo delle persone di buona volontà deve essere quello di costruire delle reti: questa è oggi l’unica idea di futuro percorribile”.

Da sinistra: Egidio Riva, Andreina Fumagalli, Fabrizio Annaro

Sull’importanza delle competenze trasversali si è soffermato Riccardo Borgonovo, Vice Presidente della Provincia di Monza e Brianza: “Oltre alla didattica scolastica è importante anche far emergere queste competenze, che sono indispensabili per il mondo del lavoro”.

Da sinistra: Egidio Riva, Riccardo Borgonovo, Fabrizio Annaro

Un concetto rimarcato da Lea Saporetti, Vice Prefetto aggiunto della Prefettura di Monza e Brianza, facendo riferimento agli articoli 1 e 2 della Costituzione italiana e sottolineando l’importanza del saper lavorare in squadra anche negli ambienti lavorativi.

Da sinistra: Egidio Riva, Lea Saporetti, Fabrizio Annaro

È intervenuto anche Guido Garlati, Dirigente Scolastico dell’IIS Mosè Bianchi di Monza e capofila Ambito 27: “La scuola dovrebbe porre le basi per la costruzione del vostro futuro professionale”, ha detto rivolgendosi agli studenti presenti. “La cooperazione rappresenta una delle possibilità per il vostro futuro lavorativo, ma tutte le possibilità dovrete saperle costruire. Una giornata come questa senz’altro ha costituito un importante momento di crescita”.

Guido Garlati (a sinistra) e Fabrizio Annaro

“Oggi il concetto di uguaglianza è stato declinato in modo interessante, oltre il principio astratto”, ha sottolineato Giovanni Carrara, Presidente Confcooperative Milano e dei Navigli, sottolineando l’importanza di applicare questo principio soprattutto rispetto al lavoro e citando la frase di don Milani, secondo cui “non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra diversi”.

L’intervento di Giovanni Carrara, sul palco insieme agli organizzatori dell’evento

Al termine della mattinata sul palco sono saliti tutti i rappresentanti del mondo cooperativo coinvolti nell’organizzazione dell’evento, insieme a Marco Meregalli, coordinatore di Confcooperative MB. Presenti anche Giuliana Baldin, Presidente di Federsolidarietà Milano e dei Navigli e Fabrizio Pozzoli, Presidente di Confcooperative Cultura, Turismo, Sport Lombardia.

Da sinistra: Egisio Riva, Marco Meregalli, Giovanni Carrara, Fabrizio Annaro

I giovani Ambasciatori della Cooperazione, i veri animatori della mattinata, sono stati nuovamente chiamati sul palco per ricevere dei doni di ringraziamento.

Un contributo notevole alla mattinata per l’organizzazione e la logistica è stato dato ai numerosi volontari del Servizio Civile della Cooperativa Spazio Giovani a cui è andato il ringraziamento del Comitato di Monza e Brianza.

Infine, a tutti è offerto un rinfresco a cura della Cooperativa Lavoro e Solidarietà.

Gli “ambasciatori della cooperazione”

La mattinata volge al termine per gli studenti e le studentesse che, uguali e diversi, hanno partecipato a questo stimolante momento di riflessione collettiva. Hanno potuto sperimentare un metodo di lavoro, quello cooperativo, che ha permesso a tutti loro, uguali e diversi, di esprimere sé stessi e di guardare (e ascoltare) come si esprimono gli altri.

Questa è l’uguaglianza, che racchiude in sé l’identità, la differenza e la partecipazione. E che per realizzarsi ha bisogno, anche, di cooperazione.

 

 

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