di Francesca Radaelli
Un anno record per il turismo italiano. Secondo i dati del Ministero dei Beni culturali e del turismo, nel 2017 gli arrivi sono cresciuti dell’8%, i musei hanno registrato un +9% di visitatori e un +13% di incassi, mentre la spesa degli stranieri è aumentata del 7%. Senz’altro una buona notizia per il nostro Paese. Ma forse una notizia ancora migliore, la vera buona notizia del 2017 – che è stato anche l’anno ONU del turismo sostenibile – è che un’idea di viaggio che rispetti l’ambiente e riduca il consumo di energia e risorse del territorio si sta facendo sempre più largo, anche nel nostro Paese. A certificarlo è stato il settimo rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”, realizzato dalla Fondazione UniVerde, da cui emerge che gli italiani che dichiarano di praticare un turismo sostenibile e responsabile sono circa il 16%. Al momento della pianificazione di un soggiorno turistico, il 55% degli italiani (percentuale in aumento rispetto alla scorsa ricerca), pensando alla meta, al mezzo di spostamento, alla struttura da prenotare, si pone il problema di fare scelte che non danneggino l’ambiente. E uno dei dati più interessanti emersi dell’indagine riguarda i trasporti: quasi il 70% rinuncerebbe all’auto se la meta fosse raggiungibile in treno; il 59% se sul posto ci fosse il car sharing e il 55% se potesse usare il bus per arrivare alla propria destinazione. Il modo più ecologico di spostarsi, anche per un turista, resta la bicicletta. E proprio il cosiddetto cicloturismo genera in Italia un fatturato di ben 3 miliardi di euro. Secondo uno studio presentato in occasione del Bikeconomy Forum, chi fa turismo in bici lascia sul territorio il 32% di quanto spende, molto più del 4% del turismo motorizzato. Un settore che potrebbe valere molto di più se si pensa che in Germania la rete cicloturistica genera ben 9 miliardi di euro.
Dopo l’Anno dei Cammini nel 2016, il 2017 in Italia è stato l’Anno dei Borghi. Un patrimonio del nostro Paese tutto da valorizzare, se è vero che, come emerge da uno studio della presidenza del Consiglio dei ministri, le aree interne della Penisola hanno attirato il 36% dei turisti, con una media di 11 per abitante contro i 5,4 del territorio rimanente, mentre le presenze nelle aeree rurali sono cresciute di più del 7% e il turismo dei cammini ha avuto un incremento a due cifre. Una tendenza confermata da un rapporto della piattaforma Airbnb, secondo cui dal settembre 2016 al settembre 2017 i 30mila annunci in aree rurali hanno mosso un fatturato di quasi 80 milioni di euro e oltre 540mila viaggiatori.