di Aldo Germani
Sai perfettamente che è l’ultima cosa da fare, che ti stai infilando in un labirinto, e forse perderti è proprio ciò che desideri. Hai i suoi occhi piantati nei tuoi, ti cerca e sai non farti trovare: un po’ per sedurlo, un po’ perché speri non finisca subito il gioco. Lo conduci da giorni ma in realtà vuoi che lui ti rapisca, vuoi che venga a strapparti con forza dalle certezze che hai, proprio adesso che sembra non mancarti più niente e l’idea ti fa soffocare. Vi vedete in un bar fuori mano, un aperitivo in mezzo a gente che non conoscete, fingendo normalità e consuetudine, per assurdo proprio ciò da cui state scappando.
Ti ha cercata per primo, potevi dire di no. Non c’è niente di male, è tutto sotto controllo. Il bicchiere, le bollicine, le parole dette per non dire, i minuti leggeri, la sua mano che sfiora la tua. Osa e lo lasci fare: è una danza e ti va di ballare. Avverti il contatto fino all’ultimo istante, i sensi accesi, l’attesa che amplifica ogni percezione, il prima che non esiste, il dopo meno ancora. Insegui dettagli su un viso che sa di nuovo: bello che non sazia, inafferrabile che scuote.
Quando vi alzate prendete due strade diverse, strade che portano in case distanti. Pochi passi e ti volti. Il battito impazzito, il respiro corto, glielo gridi a bassa voce: “Torna indietro”.
Lui si blocca di colpo e si muove piano. Un passo alla volta cancella la distanza che vi separa, i dubbi che lo inchiodano a un ruolo indefinito, la storia che lascia alle spalle man mano che viene da te. Ti guarda come non esistesse altro, lo stupore in volto come davanti a uno spazio sconfinato. E tu ti adagi qui, adesso, nel punto in cui ti sta posando, nel centro esatto del mondo. Non c’è una sola valida ragione che regga all’urto di una simile ebbrezza. L’unica coerenza che ti va di salvare è con ciò che desideri.
Ce l’hai addosso, le mani intorno alla faccia, le labbra a un soffio, poi neanche più quello. Mischiati e storditi nello stesso torpore, la saliva, le gambe molli, incandescenza da attrazione, volo e vertigine di un bacio appena nato. Hai gli occhi chiusi, così è più facile scomparire e sottrarti al peso delle conseguenze, calarti in un sogno e rinunciare al senso che da sveglia sei costretta a dare alle cose. Sei viva dentro quell’abbraccio e non ti importa altro. Assapori ogni attimo, la vetta conquistata e quel che da lì riesci a vedere.
Poi ti stacchi e te ne vai, mentre lui resta lì, confuso e fragile. Hai varcato un confine, rubato un bacio o molto di più, hai truffato il tempo che ha smesso di esistere. Addosso l’estasi da eccezione, e il sapore di un uomo che non è il tuo.