Oggi, durante la conferenza stampa indetta per la giornata contro la violenza alle donne, Cherubina Bertola, Vice Sindaco di Monza, ha detto: “la violenza contro le donne è anzitutto un problema degli uomini, una questione maschile. La violenza si scatena quando l’aggressività diventa incontrollata, sospinta da crisi di identità, ruoli sociali… la crisi è un detonare che acuisce il problema. La violenza contro le donne è problema di tutti … il drappo rosso simboleggia il dolore, la ferita che è in primo luogo sofferenza fra le mura domestiche. Le conseguenze ricadono, oltre che sulla donna, anche sui figli, spettatori attoniti di scene terribili che si imprimono in modo indelebile nella loro psiche”.
Monza reagisce, e il drappo rosso esposto al balcone del palazzo comunale è il simbolo di questa reazione: non solo femminile ma della città. Numerose le iniziative:il 27 novembre, in mattinata, spettacolo teatrale per le scuole dal titolo “Violeperenza”, in scena al Binario 7 – via Turati, 8 Monza; il 30 novembre, sempre a Monza, i rappresentanti dell’Ordine dei Medici informano sul femminicidio, lo faranno presso il Liceo Dehon di via Appiani e infine il 2 dicembre si chiude la mostra “La donna nell’immaginario dei giovani”, disegni e fotografie degli studenti esposte presso la Biblioteca san Gerardo di via Lecco a Monza.
Franca Cavalazzi del Cadom, Centro Aiuto Donne Maltrattate, presente alla conferenza stampa, ha presentato alcuni dati. Nella penisola, gli omicidi diminuiscono: 124 l’anno scorso, 84 quest’anno. A Monza aumentano le telefonate al numero d’emergenza 039 28 40 006: quest’anno 270, contro le 217 dello scorso anno. Il Cadom è associazione nata nel 1994 allo scopo di prevenire e contrastare la violenza contro le donne. “La nostra associazione – spiega Franca Cavallazzi – accompagna chi porta dentro la ferita, spesso indelebile, della violenza. Il primo passo per uscire dal tunnel è, per la donna che ha subito violenza, la consapevolezza del maltrattamento”.
Al termine della conferenza stampa, Sindaco, Assessori, consiglieri comunali presenti, srotolano il drappo rosso dal balcone della sala Giunta: la ferita di chi subisce e di chi pratica dolore è lì, al centro della città, muta mentre il vento la stropiccia. Un drappo silenzioso che ricorda ignobili scene, pratiche orrende che offendono la civiltà e la vita. A lanciare l’idea del lenzuolo rosso sono state tre giornaliste freelance, Barbara Romagnoli, Adriana Terzo e Tiziana dal Pra, impegnate da anni a raccontare le infinite declinazioni del femminicidio.
Fabrizio Annaro