Una coppia “aperta”…irresistibile!

di Francesca Radaelli

E’ una coppia comica davvero irresistibile quella formata da Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno, in scena in questi giorni al Teatro Manzoni di Monza con “Coppia aperta, quasi spalancata”. Apprezzatissimi dal pubblico, i due attori hanno strappato applausi sinceri e risate divertite durante tutto lo spettacolo. Il testo scritto e portato in scena da Franca Rame e Dario Fo nel 1983 non appare per nulla invecchiato, anche per merito di alcune modifiche al copione originale inserite in questa versione diretta dalla regia di Renato Sarti, per strizzare l’occhio all’immaginario contemporaneo: gli attrezzi Decathlon a dominare la scena, la musica trap al posto del rock, Zara al posto di Upim…

Ma ciò che continua a funzionare è la satira feroce, eppure piena di ironia, sull’ipocrisia delle “corna democratiche”, della modernità della “coppia aperta” in cui la fedeltà non è più necessaria ma regnano libertà e tolleranza. In un mondo, quello di oggi, in cui anche le relazioni vengono interpretate nel segno della “fluidità”, in cui l’ormai anacronistico “triangolo” lascia spazio al “poliamore”, il concetto di relazione aperta sembra forse ancora più attraente che in passato. Sempre che, ora come allora, la coppia sia aperta da una parte sola, perché se si apre da entrambe le parti “ci sono le correnti d’aria” e non funziona più.

Nel caso della coppia formata da Antonia e dall’ingegner Mambretti, la parte aperta è quella del maschio, il marito “arrazzato” che dopo anni di tradimenti (di lui) e di tentativi di suicidio (di lei) propone alla consorte e madre di suo figlio di dare vita alla famosa “coppia aperta”, mettendo al bando gelosie e bigottismi. Ma quando anche Antonia, abbandonato il tetto coniugale, si aprirà a una nuova relazione con un partner più giovane, l’ingegner Mambretti scoprirà l’altra faccia della tanto decantata coppia aperta… e non gli piacerà.

Alessandra Faiella è bravissima a rendere la sua Antonia un’eroina simpaticissima, disincantata, ironica e dalla battuta fulminante, che dopo una vita di sopportazione coniugale, riesce a smascherare l’ipocrisia e l’infantilismo del marito, a prendersi la sua rivincita e a trovare, forse per davvero, la sua libertà. Un’eroina femminista nei fatti che più volte chiama in causa donne e uomini del pubblico, scendendo in platea e interpellando direttamente gli spettatori. Ottimo Valerio Bongiorno nella caratterizzazione del marito “un po’ pirla”, dalla mimica irresistibile, pronto a correre dietro alle donne più giovani con l’alibi della coppia aperta, ma incapace di accettare che la moglie possa fare lo stesso.

Due personaggi in cui forse qualcuno in platea si è per qualche verso riconosciuto, sicuramente capaci di conquistare tutti gli spettatori. Uno spettacolo divertente e intelligente. Una bella chiusura della ricca stagione di prosa del Teatro Manzoni.

 

In scena venerdì 5 e sabato 6 ore 21.00, domenica 7 ore 16.00

 

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