Una lettura per l’estate: Luce d’agosto

di Francesca Radaelli

Una ragazza incinta percorre le strade polverose del profondo Sud degli Stati Uniti, alla ricerca fiduciosa dell’uomo che ha promesso di sposarla. Si apre così Luce d’agosto, il romanzo che il grande scrittore americano William Faulkner diede alle stampe nel 1932.

Nell’arco di un mese o poco più, quell’agosto la cui luce “ha una qualità particolarissima; fulgida, nitida, come se venisse non dall’oggi ma dall’età classica”, come disse lo stesso autore, la storia della giovane Lena, la ragazza in cammino, in attesa e in ricerca, si intreccia nella città di Jefferson con quelle di una schiera di personaggi, tutti a loro modo ai margini della società.

Siamo negli anni Venti, la guerra di secessione è terminata, ma avere sangue ‘negro’ nelle vene, o presumere di averlo, può segnare una vita intera. Come quella di Joe Christmas, l’uomo dal nome e dall’aspetto bizzarro che compare a un certo punto nella segheria della città a chiedere un lavoro. È forse lui la figura più tragica del romanzo, quella a cui il narratore dedica più spazio, carnefice e vittima non del tutto consapevole di un’epoca storica in cui il ‘sangue negro’ è un peccato originale a cui non si sfugge.

Ma c’è anche la signora Burden, zitella bianca ‘progressista’ impegnata nella causa dell’istruzione ai neri, che ha sempre vissuto isolata dal resto della cittadina e che proprio grazie all’incontro con Christmas, scopre la passione amorosa in età ormai matura. E il reverendo Hightower, condannato all’isolamento dopo l’adulterio e il suicidio della moglie, che ora “sta lì affacciato alla finestra, nella calura di agosto” e ripensa alla storia della sua famiglia, come una ruota che gira e va avanti, “nella luminosa sospensione di agosto in cui la notte sta per calare definitivamente”. E poi Byron Bunch, che lavora da sempre alla segheria cercando “di sfuggire il male” e, alla comparsa di Lena, non può fare a meno di innamorarsene.

Nella luce di questo agosto reso ancora più infuocato da un terribile delitto, le vicende dei personaggi si intrecciano quelle del loro passato, e con quelle dei loro antenati, che Faulkner racconta dilatando la narrazione oltre quell’agosto e oltre la città di Jefferson. E svelando progressivamente le storie da cui hanno preso forma i personaggi che ora, in questo agosto e in questa Jefferson, si amano e si odiano tra di loro, incapaci di sfuggire ai loro destini.

Un classico di ampio respiro, fatto di digressioni e salti temporali, in cui i fili della narrazione sembrano attorcigliarsi, ma a ben seguirli si intrecciano in modo perfetto. Per lettori ‘forti’ e amanti delle trame romanzesche, per chi non ha paura della complessità, tanto meno ad agosto, per chi si affeziona ai personaggi e alle storie che ciascuno di loro porta con sé o lascia dietro di sé, che Faulkner, da grande narratore, è bravissimo a dipanare lentamente, lasciando che la luce di agosto della sua terra le illumini progressivamente.

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