di Donatella Di Paolo
12 anni di collaborazione fra la Fondazione Francesca Rava, della quale sono volontaria, e la Marina Militare mi hanno fatto comprendere quanto la vocazione per il soccorso, per le emergenze umanitarie o in una parola per la PACE sia la missione parallela a quella della difesa del territorio.
In gergo si parla di dual use, è tutto ciò che può avere un utilizzo sia civile sia militare. E, qualche giorno fa a Civitavecchia ospiti sulla portaerei Cavour, e di tutto il suo meraviglioso equipaggio, non abbiamo potuto che commuoverci ricordando quanto accadde 12 anni fa nei giorni successivi al terremoto di Haiti del 2010, uno dei più devastanti della storia recente. I morti furono 250mila.
La nave Cavour attraversò l’oceano per aiutare questo poverissimo paese e la popolazione in ginocchio nell’operazione denominata White Crane .
L’Ospedale Saint Damien, realizzato e sostenuto dalla Fondazione Rava, per giorni fu l’unico operativo sull’isola, centro dei soccorsi internazionali e base avanzata degli assetti militari arrivati con la portaerei Cavour a Port Au Prince, la capitale.
Furono giorni di lavoro estenuante per gli uomini e le donne della Marina Militare, della Protezione Civile, dei Vigili del fuoco, dei Carabinieri.
Una collaborazione interforze dove è risultata vincente la capacità della Marina di reagire in tempi rapidissimi mettendo in campo una nave completa di risorse .
“Noi c’eravamo con il cuore e con la mente” ha detto il comandante della Cavour, l’Ammiraglio Aurelio De Carolis.
Sul palco si sono succedute tante testimonianze di uomini della Marina, di medici, di volontari per ricordare i tanti episodi di vita vissuta. Dal trasporto dei feriti al conforto, ai soccorsi sanitari grazie alle avanzate attrezzature mediche e diagnostiche presenti a bordo e all’installazione di un ospedale da campo nel cortile dell’Ospedale Saint Damien.
Per non parlare della distribuzione di acqua e cibo in elicottero nelle zone non raggiungibili via terra, della rimozione delle macerie .
“Ma quello che non svanirà mai nelle nostre menti – ha continuato l’ammiraglio De Carolis – saranno soprattutto i tanti sorrisi restituiti, tutti i disegni che sono stati donati dai bimbi con i loro nomi perché non ci dimenticassimo di loro.”
La presenza della Marina Militare insieme alla Fondazione Rava ha fatto la differenza, ha portato il cuore dell’Italia là dove c’era un estremo bisogno. Ma Haiti è stata solo la prima delle pagine scritte insieme.
Dal 2013 al 2018, 250 volontari della Fondazione, imbarcati sulle unità navali della Marina e impegnate nel Mediterraneo, hanno collaborato fianco a fianco degli equipaggi per il primo soccorso sanitario a oltre 150mila bambini migranti e donne incinte.
Tra il 2013 e il 2014 oftalmologi e optometristi volontari della Fondazione imbarcati sulle unità di comandi e supporto logistico Etna hanno visitato oltre 2500 bambini e preparato più di 600 occhiali per combattere la cecità evitabile in 8 paesi africani.
E come dimenticare quando la portaerei Cavour si trasformò in palazzetto per ospitare la partita di basket Italia- Svezia cui parteciparono oltre 1500 persone a Taranto per sostenere l’impegno della Fondazione per l’Emilia colpita dal terremoto?
E a proposito di terremoto la Marina ha supportato la ricostruzione di scuole in Umbria e Marche colpite dal sisma del 2016.
Ultimo sogno realizzato con la Fondazione, “Palla al centro” un accordo con il tribunale dei minori di Milano che promuove il benessere per sostenere i ragazzi del carcere Beccaria di Milano.
L’elenco sarebbe ancora molto lungo e in cantiere ci sono tantissimi progetti ancora. Per essere ancora insieme al servizio del bene comune con gli stessi valori, con lo stesso spirito di servizio e con il cuore.
Per restituire speranza. Perché si ricorderanno di noi per come avremo fatto sentire le persone.