Un’alleanza tra pianeta e umanità: la proposta Caritas alla Cop21

decimo dossier caritas

di Francesca Radaelli

“Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro”

Con questa frase si conclude il dossier Caritas intitolato ‘Un’alleanza tra il pianeta e l’umanità’, il decimo pubblicato quest’anno dall’organismo pastorale della Chiesa cattolica impegnato a tutto campo nella promozione della carità.

La citazione è tratta dall’enciclica ‘Laudato Si’: lautore dell’appello contro le ‘vie di mezzo’  è proprio papa Francesco.

Quanto al ‘tema’, si parla di cambiamento climatico: tema attualissimo, e non solo perché su di esso si sono accesi i riflettori in questi giorni, in concomitanza con Cop21, la conferenza internazionale in corso a Parigi.

Il ‘disastro’ invece è la progressiva e inesorabile distruzione del pianeta, generata da un modello di sviluppo che, denuncia il documento della Caritas, non è più ‘sostenibile’. Una denuncia forte, o meglio una constatazione, che arriva proprio nell’anno dello sviluppo sostenibile: il sottotitolo del dossier recita proprio ‘La comunità internazionale di fronte alle proprie responsabilità, nell’anno dello sviluppo sostenibile’.

Non ci sono sconti, insomma, per nessuno. Tutti siamo chiamati alle nostre responsabilità e in primis quei potenti del mondo che vedono giungere quest’anno a scadenza gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio formulati quindici anni fa, nel settembre del 2000.

Obiettivi non raggiunti, impegni che devono essere, ancora una volta, rinnovati.

Sul primo di questi obiettivi, quello che imponeva di sradicare la povertà estrema e la fame nel mondo, si è concentrata la campagna “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro” (www.cibopertutti.it), promossa da più di trenta enti e organismi ecclesiali (ma non solo), in risposta all’appello lanciato da Papa Francesco esattamente due anni fa, il giorno dell’Immacolata del 2013, e ripreso da Caritas Internationalis con la campagna One Human Family: Food For All.cibo per tutti

Cibo per tutti.

In un mondo in cui l’uno per cento dell’intera popolazione mondiale detiene quasi la metà di tutta la ricchezza disponibile, una sfida di questa portata sembra quantomeno complicata da affrontare.

Di fronte a questa sfida, la strada tracciata da Papa Francesco nella sua Laudato Si e riproposta ora nel Dossier Caritas propone un modello di “cittadinanza ecologica”. E sottolinea come oggi, in un mondo attraversato da continui e inesorabili flussi migratori, generati proprio dalle disuguaglianze tra nord e sud del mondo,“non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”.

Una crisi da affrontare in maniera unitaria, sottolinea la Caritas riprendendo l’enciclica di Francesco, “per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura”.

papa-francesco

Perché non si può dare risposta ai problemi posti dalle migrazioni internazionali senza considerare insieme il diritto all’accoglienza, alla libera scelta di migrare in sicurezza, o di restare nella propria terra.  E perché quelle migrazioni internazionali da cui tanti di noi sono spaventati altro non sono che la diretta conseguenza degli squilibri che non hanno fatto che accentuarsi sempre più col passare degli anni e del fallimento della missione di tutti i governi mondiali: sconfiggere la povertà.

Le discrepanze che il dossier illustra, descrivendo nel dettaglio la situazione nei continenti Africa, America Latina e Asia, “sono figlie legittime del modello di sviluppo prevalente nel mondo”, ricorda la Caritas. Su questo modello di sviluppo e sulla ‘crescita economica’ che ha portato con sé il giudizio è chiaro ed esplicito: è un modello fallito, tanto sul piano sociale quanto su quello ambientale.

Proprio il legame indissolubile tra i due piani appare in forma ancora più stringente quando si prendono in considerazione i cambiamenti climatici, a partire dalla situazione dell’agricoltura mondiale, su cui il dossier Caritas si sofferma con particolare attenzione.

Che fare dunque, di fronte al fallimento di ogni proposito sinora formulato?

Cambiare approccio innanzitutto, sostiene la Caritas. E prima ancora, prendere consapevolezza che un cambiamento di questo tipo è necessario e urgente.

È questo il succo delle richieste che l’organismo della Chiesa cattolica ha voluto rivolgere ai grandi della Terra, tramite il suo decimo dossier pubblicato in occasione della Cop 21.

Nella convinzione che affrontare il tema del cambiamento climatico secondo un approccio basato sui diritti umani sia “l’unico mezzo possibile per eradicare povertà, fame e malnutrizione”.

La richiesta verrà ascoltata?

Francesca Radaelli

 

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