di Daniela Zanuso
L’uso dei prodotti tecnologici sta crescendo a dismisura e questo genera montagne di rifiuti pericolosi. Dalla fine di luglio scorso è entrato in vigore il decreto “Uno contro zero” che ha l’obiettivo di rendere più efficiente la filiera del riciclo dei prodotti elettrici ed elettronici. Si tratta di quei rifiuti, talvolta citati anche semplicemente con l’acronimo RAEE, (rifiuti da apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che includono sostanze che possono risultare tossiche per l’ambiente. Sono rifiuti che a volte vengono scartati ancora funzionanti, come capita spesso con gli smartphones, semplicemente perché obsoleti rispetto alla nuova tecnologia. I prodotti che possono partecipare alla raccolta differenziata sono smartphones, tablet, rasoi elettrici, lampadine, piccoli elettrodomestici ed elettroutensili di ridotte dimensioni.
Ogni cittadino ora può recarsi nei negozi di elettronica che partecipano al ritiro dell’usato (quelli con una superficie di almeno 400 mq.) e consegnare, senza obbligo di acquisto, l’usato di piccole dimensioni. Per i negozi di piccole dimensioni, la raccolta è facoltativa.
Lo scopo principale è quello di contrastare il fiorente mercato illegale delle discariche abusive, delle ecomafie, dei traffici illegali e del conseguente inquinamento. Raggiungere una quota di differenziata pari al 45% del peso medio delle apparecchiature immesse sul mercato nei 3 anni precedenti non sarà cosa facile, ma è l’obiettivo che si pone l’iniziativa.