A che punto siamo della crisi

Alberto Berrini_Intervista ad Alberto Berrini, economista. Prima parte.

Stiamo uscendo dalla crisi?

Attualmente siamo alle prese con una difficile ripresa del sistema economico mondiale,  ma in Europa ci troviamo in sostanziale recessione.  E’ difficile immaginare quando ne usciremo. In realtà la questione è ben più profonda e riguarda la natura stessa della crisi che abbiamo di fronte. Come molti concordano, è meglio parlare di “grande crisi di contrazione”.  Una crisi provocata dallo scoppio di “bolle”, create da un eccesso di debiti accumulati dal settore privato, a sostegno di una crescita economica “drogata” dalla finanza. Tutto ciò ha imposto a famiglie, imprese e governi una riduzione dei livelli di debito, con il risultato che  le politiche economiche di austerità hanno finito per provocare una recessione generalizzata in tutto il continente europeo, con la paradossale conseguenza di veder aumentare ancora di più quei disavanzi pubblici che si volevano ridurre. In sostanza, i governanti europei  – come sostiene Visco – hanno confuso la causa,  cioè la crisi,  con gli effetti, vale a dire i debiti, e si illudono che intervenendo sui secondi si può risolvere la prima.

Quanto durerà ancora la crisi?

Alberto BerriniAlmeno 10 anni. Non illudiamoci sulla ripresa imminente, questa volta è diverso. Non torneremo più come prima. Il che non vuol dire che ci dobbiamo iscrivere tra i fautori della decrescita.  Cito il giornalista del Corriere, Gian Arturo Ferrari,  che ha scritto sulla crisi nel giugno 2012: “Al contrario, entriamo nel mondo del qualcosa di più e del qualcosa di meno, un mondo più sottile e più intelligente di quello cui siamo abituati, un mondo fatto di scelte. Ma che cosa di più e che cosa di meno? Ebbene, questo spetta alla politica”. Aggiungo che il di più e il di meno coinvolge imprese, famiglie, individui. E’ anche dal basso che deve partire il cambiamento.

Segue. Il 3 dicembre la seconda parte.

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