Viaggio nell’arte: Antonello da Messina.

di Ilaria Pullè in arte Billy Polly

Qualora si desideri esprimere, attraverso un dipinto, la partecipazione ed il coinvolgimento emotivo, la scelta ricade non tanto facilmente quanto imprescindibilmente sull’Annunciata, di Antonello da Messina.

L’Annunciata, oltre a rappresentare l’immagine più conosciuta dell’arte siciliana, è qualcosa che va oltre sia l’interpretazione che la raffigurazione: l’Annunciata è un dialogo.

È la risposta ad una domanda che non prevede dubbi o ripensamenti, e deve in un certo senso esprimere qualcosa altrimenti non esternabile.

Lo stesso titolo, come precisa Piero Adorno, è già di per sé estremamente significativo, ma anche qualcosa di più. Se Lucio Fontana, con il Concetto spaziale, sceglierà di andare oltre mostrando ciò che può apparire al di là della tela, Antonello da Messina, nel Quattrocento, nell’apoteosi di un recepimento degli insegnamenti di Piero della Francesca, tra rigore geometrico e maestosità volumetrica, ci mostra la differenza tra la consueta rappresentazione del fatto evangelico, L’Annunciazione, appunto, e la profonda consapevolezza della Vergine Maria Annunciata, la quale colloquia direttamente con lo spettatore, peraltro senza palesare alcun dramma.

Presente, indubbiamente, una latente inquietudine, ma nessuna situazione già vista o da vedere.

Non è la Madonna di Lorenzo Lotto, che mette letteralmente avanti le mani, nella speranza di parare un colpo invisibile e inaspettato; non è la Madonna di Simone Martini, che si flette sinuosa arretrando al cospetto delle parole dell’Arcangelo Gabriele, scritte, fissate e dirette in guisa di ipotetici proiettili; non è la Madonna di Leonardo, incarnazione della Sapienza discesa su di lei per opera dello Spirito Santo e tranquillamente appagata di un doveroso onore.

Quella dell’autore siciliano è una donna: vivente nello spazio, reattiva e attiva, simbolo di un equilibrio totale ne conferma l’appartenenza ad un preciso momento di maturità artistica e formale dell’autore, nel caso specifico successiva al periodo formativo occorso in Italia settentrionale e poi materialmente riportato e dichiarato.

Antonello da Messina (1423/1430 c.-1479), Annunciata, 1477 c., olio su tavola, 45×34.5 cm., Palermo – Galleria Nazionale. Immagine web

Particolarmente attento all’aspetto psicologico di chi lo circonda, l’artista, caratteristica che lo contraddistingue sin dalla più giovane età, studia e comprende gli altri, a partire dai familiari per poi spostarsi via via ai soggetti ritratti. Le sue raffigurazioni non sono semplici rappresentazioni, al contrario individuano quel nucleo intenso ed emozionale presente solo allo sguardo dell’attento conoscitore, e in questo caso egli addirittura compie un passo ulteriore nell’interpretazione, operando l’audace sostituzione dell’Arcangelo, visivamente assente, direttamente con chi sta guardando l’Annunciata.

Lei sta parlando con noi, e il gesto con cui trattiene il velo a protezione, mentre contemporaneamente ferma il nostro ipotetico pensiero, fissa l’azione senza bloccarla.

Ci rende edotti di quanto sta accadendo attraverso la formale cognizione di una presa di coscienza trascendente ed evincibile.

Noi esistiamo poiché lei esiste, e la nostra umanità è il risultato della sua accettazione, cui non si è potuta, ma nemmeno voluta sottrarre, e da quel momento vive nel meditato istante di un perfetto equilibrio, che al di là dell’assoluta linearità, mai si risolve in una rigida severità, e per converso colloca il genere umano in una dimensione ultima…

 

 

image_pdfVersione stampabile