Walter Bonatti: le fotografie di un grande esploratore

1.Isola-di-Pasqua-Cile_web“Il signor Zorloni, rappresentante monzese di macchine da scrivere, ha donato allo scalatore una ‘portatile’  tipo ‘Everest K2’. Chissà che con essa il nostro bravo Bonatti non stenda il racconto della magnifica impresa che ha sbalordito il mondo intero”.

La notizia è riportata da Il Corriere di Monza del 22 settembre 1954, al tempo del rientro in Italia dell’alpinista Walter Bonatti, allora ventiquattrenne, dalla spedizione del K2. E sarà proprio con quella macchina da scrivere che Bonatti racconterà anni dopo la sua scomoda verità sulla conquista italiana della cima del massiccio del Karakorum.

Venezuela. Dicembre 1967
Venezuela. Dicembre 1967

Ma non solo. Perché quella portatile, insieme alla macchina fotografica Ferrania Condoretta con cui documentò le sue imprese, sarà lo strumento che trasformerà l’alpinista, nato a Bergamo nel 1930 e morto a 81 anni nel 2011, in un fotoreporter d’eccezione, in grado di narrare al mondo, attraverso gli articoli e le fotografie pubblicate sul settimanale Epoca, le imprese e le esplorazioni che lo portarono a confrontarsi con ambienti impervi e di struggente bellezza, nell’arco di 30 anni di viaggi nei luoghi più lontani e incontaminati del globo.

È quello che racconta la mostra Walter Bonatti – Fotografie dai grandi spazi in scena al Palazzo della Ragione di Milano fino all’8 marzo 2015, promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, a cura di Alessandra Mauro e Angelo Ponta, in collaborazione con l’archivio Bonatti.

Deserto del Namib, Namibia. AprileMaggio 1972
Deserto del Namib, Namibia. AprileMaggio 1972

Sarà forse per via dell’appeal immortale dell’‘into the wild’, ma ci sono davvero persone di tutte le fasce di età tra i visitatori che rimangono incantati di fronte ai ghiacci blu della Patagonia, alle pietre rosse del cuore dell’Australia, alle lande desolate dell’Antartide, immortalate da un fotografo ed esploratore le cui imprese hanno affascinato generazioni di uomini e donne.

Proprio la portatile Everest K2 e la Ferrania Condoretta – i ferri del mestiere – accolgono i visitatori all’entrata dell’esposizione, insieme a qualche foto in bianco e nero scattata da Bonatti in montagna, nel corso delle sue imprese più celebri – dal K2 al Dru, dal Freney al Cervino. Ma poi subentrano i colori, nelle immagini che documentano la scelta di Bonatti di passare dal verticale all’orizzontale, abbandonando le scalate per esplorare le terre più remote del mondo.

Bonatti in marcia verso il vulcano cileno Licancabur, Bonatti che si tuffa davanti alle cascate Murchison del Nilo Vittoria, Bonatti sospeso tra le pietre dell’Ayers Rock australiano, Bonatti che si fa strada con il machete tra le foreste pluviali.

Ayers-Rock-Centro-Australia.-Luglio-1969
Ayers-Rock-Centro-Australia.-Luglio-1969

Sempre lui, Walter Bonatti, è co-protagonista all’interno dell’immagine, accanto ai paesaggi mozzafiato che attraversa. A volte si fa fotografare da occasionali compagni di viaggio, ma più spesso è completamente solo di fronte alla natura selvaggia e allora utilizza l’autoscatto, ‘entrando’ nella foto con lo stesso spirito di avventura con cui ‘entra’ in paesaggi fino ad allora inviolati.

Che è poi quello stesso spirito che si ritrova in quegli scrittori – Jack London, Hermann Melville, William Defoe, Ernest Hemingway – che hanno da sempre affascinato Walter e lo hanno spinto ad andare a vedere con i propri occhi i luoghi descritti nelle loro pagine. Diventando lui stesso protagonista di un romanzo di avventura. E anche di un fumetto. Perché i suoi scatti, in fondo, rappresentano una sorta di fotoromanzo, e il loro potenziale verrà riscoperto nei primi anni Novanta da alcuni autori di fumetto che utilizzeranno le foto e le narrazioni-didascalia di Bonatti per creare delle graphic novel dedicate alle sue avventure (la prima sarà “Sulle rapide dello Yukon”, disegnata da Andrea Riboldi).

Cascate Murchison, Nilo Vittoria, Uganda. Giugno 1966
Cascate Murchison, Nilo Vittoria, Uganda. Giugno 1966

Una mostra di fotografie di viaggio, dunque, ma soprattutto un viaggio attraverso le fotografie di un grande esploratore, “anche più rigido di quell’esigente fotografo che spesso si accontenta di ottenere un’immagine tecnicamente perfetta”, come scrisse lo stesso Bonatti, rivelando: “Per me una bella immagine è tale se, oltre a raffigurare degnamente un soggetto, coinvolge la sensibilità e la fantasia di chi la osserva, al punto da renderlo partecipe persino di ciò che precede e segue quel preciso momento, o situazione, fermati sulla pellicola”.

 Francesca Radaelli

Villaggi e popolazioni toradja (centro isola Sulawesi), Indonesia. Dicembre 1974.
Villaggi e popolazioni toradja (centro isola Sulawesi), Indonesia. Dicembre 1974.

© fotografie Walter Bonatti/Contrasto

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