Woodstock vs X Factor

woodstockNel mezzo dell’estate di quel 1969, distesi su di una dolce collina di Bethel, quattrocento o forse cinquecentomila ragazzi (ma c’è chi dice di più) decisero che quel luogo sarebbe diventato l’icona perfetta di un epoca. Tre giorni, che poi diventarono quattro, per sparare sul mondo intero con le uniche armi che i ragazzi, ingenui loro, allora concepivano: pace, amore e musica. Tanta musica.

Il festival di Woodstock, dal 15 al 18 Agosto, impose così uno stile, un’idea di far musica, di radunarsi a condividere un alfabeto universale composto dalle sole sette note.

La cultura Hippie trovava su quella collina, in quella manciata di ore, il suo terreno, il suo  paradiso, la sua utopia realizzata.

Le immagini dell’epoca ce ne restituiscono abbastanza il clima, fango misto fumo, LSD e nudismo improvvisato, chitarre, frange e capelloni; certo è che sopra ad ogni cosa e considerazione, in quel luogo, in quel momento, si scrisse la colonna sonora di una generazione.

woodstock rete

Artisti già in viaggio trasformati in seguito in veri pionieri, grandi esploratori di nuove strade musicali, sul palco di Woodstock lasciarono la loro impronta indelebile.

Santana, The Who, Janis Lyn Joplin, Joan Baez, Jimi Hendrix e molti altri raccontarono al mondo che per fare show , per esprimere se stessi, basta una chitarra, una voce e… buone idee.

Su un palco di assito e ferro, con giusta amplificazione e qualche luce, i giganti del folk- rock esibirono se stessi e presentarono al mondo il manifesto ingenuo degli anni settanta.

vagabondoVennero poi gli anni ottanta, cambiò la musica, venne lo show- business, diventò tutto solo moda e di quella collina restò un’ ultima patetica eredità, un adesivo da cofano, un fricchettone frange e chitarra a tracolla, colto di spalle a camminare verso chissà dove, fossile superstite e malinconico, a lasciarsi dietro il novecento verso il terzo millennio.

Lasciammo Woodstock con le sue rock star che si atteggiavano da sconosciuti, per i reality di oggi, coi loro sconosciuti ad atteggiarsi da rock star. Il folk dal contenuto innovativo per le vuote esibizioni muscolar-vocali, i palchi di legno e corda per macchine sceniche e luci e video e piattaforme rotanti e alabarde spaziali… Ma tutto ciò aprirebbe un discorso più lungo su contenuto e contenitore quindi, come direbbe un noto filosofo contemporaneo: “Amico caro dai retta a me, fatti una Woodstock personale…”

Enzo Biffi

 

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