XFactor, i giovani, la politica, l’Europa, la speranza

di Fabrizio Annaro

Di fronte ad una politica così bellicosa, così poco costruttiva dove i ripetuti annunci provocano danni economici e sociali, devo dirvi la verità: il programma XFactor mi ha  stupito e soprattutto consolato. E voi direte: cosa c’entra XFactor con la politica?  
Giovani musicisti ricchi di talento presentano le loro canzoni, con il desiderio di voler realizzare qualcosa di buono e bello nella propria vita. Ma, come afferma Manuel Agnelli, membro della giuria di XFactor,  per fare una grande opera artistica è necessario che il talento si coniughi  alla competenza, alla tecnica, alla fatica, alla volontà di riuscire. Insomma il talento non basta, ci vuole tenacia, determinazione e tanto lavoro. Mi sembrano questi i messaggi che XFactor comunica al pubblico.

Non è poco. Dai giovani ci giunge un grande messaggio di speranza. La musica è parte del linguaggio dei ragazzi: attraverso di essa si esprimono emozioni, conflitti, rabbie, contrasti, gioie, amore per la vita. La musica, piace ai giovani ma anche ai meno giovani.

E qui mi riallaccio alla politica. Che contrasto rispetto a quell’arena fatta di slogan, di divergenze, di stonature, di superficialità, di grida da bar, di semplicismo. Anche i toni fra Roma e Bruxelles ricordano quelli della guerra fredda: toni bellicosi. La posta in gioco è alta. Si lotta per una questione di potere, occorre dimostrare di essere capaci di poter fare da soli, senza l’Europa. Dimostrare che si può abbandonare la collaborazione e il confronto la mediazione il compromesso. Auguri!

I giovani che si sono presentati a XFactor mettono in luce un metodo che serve e che forse può essere mutuato  dal mondo politico. Non è soltanto in campo musicale che i giovani dimostrano di voler fare bene.

Oltre a quelli che si mettono in gioco ad XFactor ci sono anche i giovani che studiano, che hanno progetti ambizioni, che desiderano mettere in gioco i loro talenti. Che scollamento di fronte al teatrino della politica di  questi giorni!

Una politica appesa ai numeri della manovra e a quelli dello spread,  senza un respiro che guardi al futuro che pensi a questi giovani così promettenti, così capaci e così caparbiamente determinati.  

L’economista americano Paul Romer quest’anno è stato premiato con il  Nobel  per l’economia grazie ai suoi studi  che dimostrano come grazie all’istruzione, alla conoscenza, alla competenza, si possano sviluppare idee applicabili senza grandi costi e utili alla crescita e allo sviluppo di un sistema economico.

All’opposizione consiglio comunque di aprire una nuova stagione: un XFactor della politica, un’occasione per convocare i giovani, le  associazioni, i migliori talenti della società, della cultura, della scienza, gli esponenti del  mondo religioso, del terzo settore, delle diverse etnie, del lavoro dell’impresa.

Un XFactor della Politica per confrontarsi e dialogare. Uno spazio  non per gareggiare o primeggiare, ma un laboratorio per crescere, per pensare non solo al domani ma, come affermava Moro, capace di progettare anche il dopodomani,  di guardare al futuro.

Un XFactor che accetti le grandi sfide del futuro come quella del lavoro, dell’ambiente, dell’abitare, che affronti i temi cari a molti come il rapporto con la natura, con la spiritualità, con i propri simili.

Un XFactor della politica che accolga il desiderio che molti coltivano nel proprio cuore di lavorare il giusto, di lavorare tutti e di avere più tempo per se stessi e la famiglia. I nostri veri nemici sono l’ignoranza, la pigrizia, la paura. Rifiutare di aprirsi alle nuove sfide che il mondo ci consegna e rimanere a mangiare popcorn sdraiati sul divano sperando che il mondo migliori da solo non serve a costruirne uno migliore.

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