Innovazione e tradizione, profitto e benessere. Sembrerà strano aprire con questa riflessione: in anni in cui le giovani generazioni esibiscono un certo vittimismo nei confronti di quelle passate, dei loro padri e dei loro nonni che, per usare una metafora culinaria non casuale, sono andati per molte sere a fila al ristorante lasciando sempre a noi il conto salato da pagare, abbiamo deciso di cambiare punto di vista perché anche noi, in fondo, crediamo di dovere qualcosa a questo nostro paese. Almeno una cosa negli anni in cui “i ristoranti erano pieni” comunque non mancava: il senso civico o, ci piace chiamarla, l’intelligenza sociale. L’essere parte di una comunità di destino, da (ri)costruire probabilmente ma senza la quale il nostro paese non potrà ritrovare la strada perduta. L’essere una nazione, in fondo, non significa proprio questo?
Convinti del nostro assunto iniziale abbiamo partecipato al concorso “Smart Civis” indetto dalle associazioni Progetto CIVIS e XCITI tra tutti gli universitari milanesi nel Settembre 2013 e conclusosi poche settimane fa. Far pace con il passato recente, valorizzare la tradizione più lontana e trovare un accordo tra individuo e comunità, da sempre opposte tendenze della società Italiana.
Abbiamo deciso di seguire una strada impervia che ci avrebbe portato, prima che a una qualche intuizione geniale, alla ridefinizione del concetto di partecipazione. In altre parole serviva “arare il terreno”: se la città è la cellula del sistema Paese, è solo in questa cornice più ampia che potevamo ripensare le modalità del vivere urbano. Il nostro scopo era chiaro: partire da Monza per unire gli italiani e cosa ci unisce più della tavola e del buon cibo? Questi sarebbero stati i nostri strumenti di lavoro.
I prodotti ortofrutticoli potevano rispondere al primo ordine di necessità: Innovare un passato tradizionale, valorizzando il campanilismo tipicamente italiano, mettendo in rete (reale e non virtuale) le varie tradizioni culinarie del Paese. Senza nemmeno farlo apposta ci trovavamo ora di fronte a due esigenze di premente attualità, perfettamente coerenti coi nostri obiettivi: EXPO 2015, e la creazione di una città metropolitana, due contenitori che abbiamo voluto riempire coi nostri significati: policentrismo, rilocalizzazione, interconnessione di centri.
Perché partire da una grande metropoli come Milano quando alle sue porte un centro come Monza fatica a trovare la propria dimensione, sospeso nella condizione di città “non troppo piccola” ma nemmeno “abbastanza grande”? Ci è sembrata questa una situazione emblematica di molti comuni d’Italia e abbiamo deciso di lavorarci.
Un’altra spia del fatto che stavamo percorrendo la strada giusta ci veniva questa volta offerta da un simpatico gioco di parole: coltura non è poi cosi diverso da cultura. Come non ammettere che proprio dalla grande bellezza del nostro patrimonio culturale (o agri-culturale?)dobbiamo partire per costruire l’identità italiana?
In definitiva il nostro lavoro è un progetto in fieri: si parte da 3 proposte concrete e realizzabili ma si apre in ogni suo punto ad implementazioni, proprio perché l’oggetto di applicazione della nostra innovazione non è statico (un parco, il sistema di trasporto pubblico o un progetto di edilizia sostenibile) ma in evoluzione: parliamo di persone e di città intesa come cittadinanza, di civis, o meglio, di “Smart Civis”.
Gionata De Stefanis
Clara Del Genio
Anna Rigillo
Per conoscere maggiori dettagli scrivete a: [email protected]
Il progetto sarà in mostra insieme alle altre migliori idee del concorso presso La Triennale di Milano dal 30 Aprile al 5 Maggio 2014.