L’intervista integrale a Enzo Biffi, artista e autore della Porta del Dialogo, realizzata dalla redazione di Scaccomatto.
Perché la porta?
L’idea è nata dalla proclamazione dell’Anno Giubilare e dalla conseguente apertura delle Porte Sante. Più specificamente mi ha molto colpito la scelta di Papa Francesco di aprire la prima in Africa. Ho pensato che il Giubileo richiama al coraggio del perdono, quindi al coraggio di cambiare, e che questo sia un tema universale, laico e molto forte in questo momento storico.
Cosa provi quando torni a casa tua e varchi la porta d’ingresso?
Quello che provo è un senso di quiete e di accoglienza. E’ quanto vado cercando dietro la porta di casa e non solo.
Di che colore vedi la porta della gioia, della tristezza, della speranza? Quali tra tutte quelle varcate hai preferito?
Più che colori vedo materie. La “porta del dialogo” è l’ho realizzata con materiali naturali e molto evocativi quali: legno, terra, lino…sono materie a me consuete e che riassumono stati d’animo e memorie. Per quanto riguarda le porte varcate, credo che per vivere a fondo sia fondamentale saper varcare le porte di tutti gli stati d’animo, senza che nessuno di essi ci travolga.
Hai mai varcato la porta della solitudine? Quale porta ti fa paura?
Mi isolo spesso, ma non mi sento mai solo. La solitudine per scelta può essere una grande occasione di conoscenza, ma è un lusso che si può permettere chi davvero solo non lo è mai. La solitudine quando è costrizione, credo sia la peggiore delle disgrazie.
Ci descrivi come immagini la porta che vorresti varcare in questo momento della tua vita?
L’immaginazione corre e non sempre nella direzione che ci immaginiamo, in ogni caso avendo avuto l’opportunità di realizzarla, questa “del dialogo” con i suoi simbolismi, mi sembra un bel riassunto.
Hai mai avuto paura ad aprire una porta sconosciuta? E quando una porta si è rivelata un’opportunità?
La paura è sempre presente ogni qual volta si va verso l’ignoto quindi quasi sempre quando si apre o si chiude una porta.Detto questo: fare nuove esperienze arricchisce la nostra conoscenza quindi, quasi sempre, “passare oltre” si rivela un’ oppurtunità.
Si parla spesso di porte che si aprono, ma c’è una porta che non vorresti mai aprire?
Mi verrebbe da dire di si ma…pensandoci bene la mia curiosità mi farebbe aprire qualunque porta, ovviamente mantenendo la libertà di richiuderla subito.
Hai mai origliato?
Ammetto di sì…magari non di proposito ma, mi assolvo pensando che un po’ di curiosità sia un sentimento umano, a patto che non diventi patologico. Il motivo è sempre per lo stesso, voglia di sapere, conoscere, di apprendere qualcosa anche dalle vite degli altri.
Perché varcare la porta insieme e non da soli?
Perché condividere ogni esperienza con il prossimo equivale ad elevarla all’ennesima potenza.
Cosa hai provato mentre forgiavi la materia della Porta e cosa hai provato nel contatto fisico con il materiale? Come mai la scelta insolita dei luoghi delle tue installazioni?
L’arte contemporanea spesso si chiude in un recinto di “esperti” e diventa esclusiva e auto celebrativa. Da sempre cerco modalità diverse e più popolari che, pur senza limitare la mia poetica, riescano ad avvicinare chiunque all’opera.
Andrea, Cristina, Gianluca, Loretta, Mariaelena, Mattia, Monica, Teresa