15 ottobre 1923: nasce Italo Calvino

Italo-Calvinodi Francesca Radaelli

Nasce il 15 ottobre 1923, a Santiago de Las Vegas de La Habana, a Cuba, Italo Calvino, scrittore tra i protagonisti del secondo Novecento italiano (morirà nel 1985). Il padre, un agronomo originario di Sanremo, dirigeva sull’isola una stazione sperimentale per la produzione di canna da zucchero. Anche la madre, di origini sarde, aveva una formazione scientifica: laureata in scienze naturali, insegnò botanica all’università. La famiglia, benestante, torna presto in Italia e il piccolo Italo trascorre l’infanzia a Sanremo, ricevendo un’educazione laica e razionalista, che probabilmente ne influenza non poco l’approccio curioso e ironico al mondo e alla letteratura.

Ma Calvino è anche un uomo che ha il coraggio di vivere nel proprio tempo. Poco più che ventenne allo scoppio della Seconda guerra mondiale, nel 1944 entra nella seconda divisione d’assalto partigiana “Garibaldi” con il nome di battaglia Santiago (un riferimento proprio al paesino cubano in cui è nato) e partecipa attivamente alla Resistenza. Un’esperienza che sarà alla base di numerosi racconti dello scrittore, alcuni dei quali saranno riuniti nella raccolta Ultimo viene il corvo (1949), nonché del primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno (1947), in cui la realtà  e le contraddizioni della vita partigiana sono viste attraverso gli occhi di Pin, un bambino di dieci anni.

Dopo la guerra, Calvino aderisce al Partito Comunista, si iscrive alla facoltà di Lettere a Torino (la sua tesi di laurea sarà sullo scrittore Joseph Conrad) ed entra nell’ambiente culturale torinese, stringendo amicizia con Cesare Pavese, Elio Vittorini ed Eugenio Scalfari. Collabora con la rivista Il Politecnico e poi inizia a lavorare per la casa editrice Einaudi.

Pubblica intanto opere tuttora lette ed apprezzate, anche nelle scuole, quali Il barone rampante (1957), Il visconte dimezzato (1952), Il cavaliere inesistente (1959) – i tre romanzi che compongono la Trilogia degli antenati – ma anche Marcovaldo ovvero le stagioni in città (1963), che si caratterizzano per l’originalità della trama e il gusto per l’ironia e il paradosso. Affascinato dai racconti popolari tramandati oralmente cura, nel 1956, la raccolta Fiabe italiane, trascrizione in lingua italiana di alcune fiabe della tradizione dialettale.

italo-calvino (1)Intellettuale cosmopolita, viaggia e frequenta ambienti culturali e politici differenti. E’ in Unione Sovietica e poi a Cuba, sposa la traduttrice argentina Esther Judith Singer, detta Chichita, va ad abitare per un periodo di tempo a Parigi. Qui entra in contatto con autori come Georges Perec e Raymond Queneau, la cui influenza lo spingerà ancora più decisamente a proseguire sulla strada tracciata dalle Cosmicomiche, i 12 racconti fantascientifici pubblicati dallo scrittore nel 1965. L’interesse per la cosmologia fantastica, per la matematica e il gioco combinatorio è particolarmente evidente nelle opere dell’ultimo periodo, da Ti con Zero (1967)  a Le città invisibili (1972), fino a Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), forse il romanzo più sperimentale di Calvino.

Dal neorealismo dei primi romanzi (Il sentiero dei nidi di ragno) all’astrazione combinatoria degli ultimi, dall’interesse per la cultura popolare (Le fiabe italiane) alle storie ‘costruite’ a partire da un mazzo di tarocchi  (Il castello dei destini incrociati), il percorso letterario di Italo Calvino è senz’altro originale, complesso e frastagliato.

D’altra parte, è l’autore stesso ad affermare – nel saggio La sfida al Labirinto del 1962 – che “la realtà in cui viviamo altro non è che un labirinto in cui ciascuno è chiamato a trovare la propria strada. Ma lo è anche la letteratura, lo sono i mondi costruiti dalla fantasia. E allora- dice Calvino- quel che la letteratura può fare è definire l’atteggiamento per trovare la via d’uscita, anche se questa via d’uscita non sarà altro che il passaggio da un labirinto ad un altro. E’ la sfida al labirinto ciò che vogliamo salvare”. Senza rinunciare però al fascino e al gusto di percorrere ogni cammino, della realtà e della fantasia, anche a rischio di smarrirsi.

Francesca Radaelli

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