Il 1963 sarà un anno unico, un anno di svolta non solo nella politica e nella storia. Purtroppo è anche l’anno che vedrà la scomparsa di uomini di speranza e di pace, John Fitzgerald Kennedy, Papa Giovanni XXIII, ma ne vedrà altri celebrare discorsi immortali come il famosissimo “I have a dream” di Martin Luther King. Il ’63 sarà considerato anche l’anno che cambierà definitivamente il corso della musica pop. Loro, i ragazzi di Liverpool, nascono il 6 luglio ’57, ma dobbiamo aspettare il ’63 per il boom di popolarità. La Beatlemania raggiunge il suo apice verso la fine di quell’anno, con l’uscita di un LP “With the Beatles”, che contiene 7 brani a firma Lennon-McCartney, dei quali il più famoso diventerà “All my loving”. I fan club si moltiplicano e li celebrano come simbolo e modello di un’immagine giovane e fuori dagli schemi, ma soprattutto come immagine lontana da quella visione del mondo che era stata dei loro padri. Gli adolescenti copieranno il loro modo di vestire, i capelli “a caschetto”, gli atteggiamenti. I più fortunati che avevano il giradischi comperavano i 45 giri, gli altri andavano a casa loro ad ascoltarli. E mentre Valentina Tereshkova andava nello spazio, in Italia, “Pel di carota” (soprannome di Rita Pavone) arrivava in vetta alle classifiche con “Cuore” (versione italiana della hit statunitense Heart ), e con “Il ballo del mattone”. Naturalmente era in buona compagnia, c’erano anche Mina, Celentano, Peppino di Capri, Edoardo Vianello con la sua “Abbronzatissima”. Gli italiani continuano a ballare e dopo il “twist” è la volta dell’ “hully gully. Ma la canzone leitmotiv dell’anno, quella che ottenne uno straordinario successo e resterà in testa alle classifiche con un numero incredibile di copie vendute fino a diventare la colonna sonora delle estati anni Sessanta, è “Sapore di sale” nell’interpretazione lenta e un po’ indolente di Gino Paoli.
Daniela Zanuso