di Fabrizio Annaro
Si sono dette molte cose riguardo alla BCE, all’euro, agli Stati Uniti d’Europa da molti voluti eppure mai nati. Nel pieno della crisi, l’Europa ha preso coscienza che l’unificazione monetaria ha preceduto quella politica. Un vizio d’origine che ha messo in luce la debolezza delle politiche di reazione alla crisi e ai disagi che essa ha comportato.
Cosa diversa invece l’atteggiamento della Federal Reserve, la Banca Centrale americana la quale, forte dell’esperienza della crisi del ’29, ha adottato coraggiose politiche espansive (cioè ha creato moneta per sostenere le banche e l’economia) che hanno arginato gli effetti devastanti della crisi del 2009.
Le BCE, invece, ha dovuto fare i conti con i veti incrociati delle varie banche centrali che compongono i suoi organi decisionali. Soprattutto la Bundsbank, la banca centrale tedesca, che, con il suo 17% è l’azionista principale della BCE, si è opposta a politiche simili a quelle americane.
I tedeschi, visti i precedenti, temono che creare monete voglia dire crescita incontrollata dei prezzi quindi inflazione cioè pericolo per l’economia, ma soprattutto per la democrazia. Infatti è stata l’inflazione la più “grande alleata” di Hitler.
Il risultato di tutto ciò, però, è stata una grave deflazione che lascia l’Europa ancora in uno stato di crisi.
L’articolo 3 dello Statuto della BCE parla di “sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale”. Ci domandiamo se questo obiettivo sia stato veramente perseguito visto che il sud Europa (Spagna, Italia, Grecia ) attraversa una crisi che sembra interminabile.
Sono stati tre sin d’ora i presidenti della BCE, Duisenberg, Trichet, Draghi. “L’obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali – recita l’art 127, par 1 del Trattato – è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Quindi preservare il potere di acquisto della moneta unica e assicurare il mantenimento della stabilità dei prezzi nell’area dell’euro, oltre che sostenere le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea.”
La BCE è l’unica istituzione europea a poter emetter moneta. Si compone di un consiglio in rappresentanza degli azionisti che, come detto, sono le singole banche centrali. La banca d’Italia è il quarto azionista dopo Germania, Francia Inghilterra e dispone del 12%.
Usciremo da questa crisi lunga e secondo molti epocale? Basteranno le abilità di “super Mario” e i poteri della BCE a farci uscire dal tunnel? L’opinione di molti, compresa quella del sottoscritto, è che accanto ad una forte Banca Centrale deve nascere un forte potere politico, cioè una vera nazione: gli Stati Uniti d’Europa. Un sogno?
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