21 marzo. Ad alcuni piace la poesia

di Francesca Radaelli

21 marzo. La giornata internazionale della poesia, stabilita dall’Unesco, coincide con il primo giorno di primavera, stabilito dal calendario astronomico. L’equivalenza è già di per sé poetica.

Come onorarla nel modo migliore? Chi sono io per farlo? Forse meglio chiedere aiuto a loro, ai poeti…

La prima che mi viene in mente è Alda Merini, una che l’equivalenza di cui dicevamo la incarna proprio, nel vero senso della parola. “Sono nata il 21 a primavera”: così inizia una delle sue poesie più famose.

Ma poi all’improvviso mi ricordo anche del “Gentile Ettore Serra”, di Giuseppe Ungaretti, l’inizio di quel “Commiato” che la scuola e un professore di italiano hanno regalato alla mia memoria. Una poesia sulla poesia che, chissà come, ricordo ancora perfettamente a distanza di anni.

E poi sopraggiunge anche un altro verso, che è anche una specie di invocazione: “Poesia che mi guardi”. È l’ultimo di un’altra poesia dedicata alla poesia, scritta da Antonia Pozzi, poetessa di Milano e di Pasturo, scoperta un po’ per caso tra l’università e la Valsassina.

E poi c’è la desolazione del povero poeta sentimentale Sergio Corazzini, che piangendo chiede “Perché tu mi dici: poeta?” e risponde “Io non sono che un piccolo fanciullo che piange”, e che è rimasto, chissà perché, desolatamente  impresso nella mia memoria.

E poi, e poi, e poi. Difficile scegliere un poeta per definire la poesia.

Soprattutto perché, da Dante a Bob Dylan, credo che ogni amante della poesia abbia i propri poeti e i propri versi da ricordare, oggi.

Per quanto mi riguarda, alla fine, da condividere, ho scelto questa poesia, della poetessa polacca Wisława Szymborska. Si intitola “Ad alcuni piace la poesia”. Credo che a tutti questi ‘alcuni’ sia dedicata questa giornata.

 

Ad alcuni –

cioè non a tutti.

E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.

Senza contare le scuole, dove è un obbligo,

e i poeti stessi,

ce ne saranno forse due su mille.

 

Piace –

ma piace anche la pasta in brodo;

piacciono i complimenti e il colore azzurro,

piace una vecchia sciarpa,

piace averla vinta,

piace accarezzare un cane.

 

La poesia –

ma cos’è mai la poesia?

Più d’una risposta incerta

è stata già data in proposito.

Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo

come all’àncora d’un corrimano.

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