25 aprile: due balconi e un corridoio

di Emilio Besana

Due balconi: dalla dittatura alla democrazia attraverso la resistenza.

Il Comune di Monza è un palazzo di gusto neo-rinascimentale che ha quasi 100 anni. E’ del 1929. Al secondo piano, il piano nobile, ci sono due grandi balconi: il primo è sul lato meridionale e guarda piazza Trento e Trieste, il secondo è sul lato settentrionale e guarda piazza Carducci.

I due balconi sono collegati fra loro da un grande corridoio pieno zeppo di marmi che corre in mezzo al palazzo. Curiosa e tragica la storia di questi due balconi…

Dal balcone di piazza Trento Trieste, il 31 ottobre del 1932, si affacciò Benito Mussolini. Si era nel mezzo del ventennio fascista e il duce era in città per inaugurare il nuovo monumento ai caduti. Davanti a Mussolini, in piazza, una folla immensa, osannante, plaudente.

Foto Anpi

Dal balcone di piazza Carducci, il 9 settembre 1943, si affacciò, invece, Gianni Citterio. Si era all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre. Davanti al partigiano monzese, che qualche mese dopo sarebbe stato ucciso dai nazi-fascisti, c’era un popolo impaurito, deluso, affamato. Gianni Citterio cercò di convincere la popolazione a resistere. Il giorno dopo, il 10 settembre, i tedeschi vennero in città…

Due balconi, un corridoio in mezzo… E’ come se, nel corridoio del Comune di Monza, si fosse srotolato il filo della storia: da una parte il regime, dall’altra parte la resistenza e poi la democrazia.

In questa foto, scattata durante le Giornate FAI si vede con chiarezza il lungo corridoio che collega i “balconi della Storia”: qiello che sporge in piazza Trento e Triesto ospitò il discorso di Mussolini del 1932, dal balcono in fondo al corridoio che si affaccia in piazza Carducci Gianni Citterio, partigiano, annunciò l’imminnete liberazione!

In 11 anni, dal 31 ottobre 1932 al 9 settembre 1943 successe di tutto: la guerra in Africa, la guerra in Spagna, le leggi razziali, l’alleanza fra fascisti e nazisti, la seconda guerra mondiale con le spedizioni italiane in Albania, in Grecia, in Africa e la sciagurata avventura in Russia. Un mare di sangue versato soprattutto dai giovani innocenti.

Forse i due balconi del Municipio di Monza e il lungo corridoio che li congiunge stanno lì proprio ad insegnarci che questo lungo e sanguinoso percorso ci ha condotti alla pace e alla democrazia. Che magari saranno imperfette ma è meglio tenercele strette.

25 aprile 2025

Il palazzo del Comune di Monza
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