27 gennaio: perché ricordare?

di Marco Riboldi

80 anni fa, il 27 gennaio 1945, le truppe dell’Armata Rossa entravano nel campo di concentramento di Auschwitz, trovando i pochi prigionieri rimasti (tra cui Primo Levi).

Migliaia di altri (tra cui la giovanissima Liliana Segre) stavano, invece, camminavano lungo la “marcia della morte” cioè lo spostamento verso ovest cui i nazisti obbligarono gli stremati  prigionieri, per sottrarli all’avanzata degli eserciti dell’alleanza antitedesca.

Il 27  gennaio diventò così la data del ricordo della Shoah, che ancora oggi si celebra.

Già, perché “ancora oggi”? Perché ricordare?

Lo dice una ricerca svolta su scala mondiale, con un campione rappresentativo di  circa il 94% della popolazione adulta di tutto il pianeta.

Tale sondaggio rivela che il 20% degli adulti del mondo non ha mai sentito parlare della Shoah e  che meno della metà ne ha una conoscenza  storicamente accurata.

Delle persone tra i 18 e i 34 anni, in particolare,  solo il 39% conosce con una certa precisione i fatti relativi alla Shoah.

Ad aggravare la situazione c’è un altro dato: mentre nelle generazioni più adulte (over 50) i sentimenti antisemiti (per esempio la risposta positiva alla domanda “gli ebrei sono responsabili della maggior parte delle guerre nel mondo?” o a quella relativa al dominio mondiale della lobby ebraica) appartengono al 29% della popolazione, tra i più giovani la percentuale sale  fino al 40%.

Dalla risposta a queste e ad altre domande simili, si deduce che circa il 46% della popolazione mondiale nutre sentimenti antisemiti, con punte altissime nei paesi arabi, in Africa e in Indonesia, con percentuali meno rilevanti in Europa occidentale (17%), Americhe (24%) e Oceania(20%), dove comunque resta il fatto che mediamente un abitante su 5 è antisemita.

Unici dati positivi sono la convinzione diffusa che l’odio contro gli Ebrei sia un problema e che la maggior parte degli intervistati sia dell’idea che il proprio paese debba mantenere relazioni con lo stato di Israele.

Come siamo messi in Italia?

Prima di continuare vorrei preliminarmente mostrare un esempio concreto di scarsa informazione: si parla del “potere degli Ebrei in Italia”.

Ma quanti sono gli Ebrei in Italia?

Circa il 15% degli Italiani risponde che sono più di 2 milioni; il 19% situa il numero tra 1 e 2 milioni; il 30%  dice che sono tra 500.00 e 1 milione  e via scemando, sino al 9% che sostiene che gli Ebrei in Italia  sono meno di 50.000.

Si comprenderà che, se il numero fosse abbondantemente sovrastimato, si capirebbe perchè molti considerano gli Ebrei così potenti.

Voi quanti pensate siano?  Fate questa prova con voi stessi: troverete la cifra corretta a fine articolo.

Torniamo all’argomento: come stiamo in Italia con l’antisemitismo?

Si assiste ad un progressivo aumento di episodi di antisemitismo, uniti ad un sempre più aggressivo linguaggio antisemita, diffuso e ormai non più considerato un insuperabile tabù, anche se talvolta si utilizzano vocaboli che tendono a mascherare o sfumare: si veda  ad esempio l’uso, a sproposito, del termine “sionista” per evitare accuse di antisemitismo quando si parla in effetti di ebrei senza distinzioni.

La diffusione sui mezzi di comunicazione vede ai primi posti Facebook, Twitter (X) e gli altri strumenti comunemente definiti “social”.

La situazione israeliana e la guerra post 7 ottobre hanno esacerbato ulteriormente la situazione, evidenziando una volta di più la sovrapposizione di “Ebreo” con “Stato di Israele” e con “Governo israeliano”.

Gli episodi di antisemitismo hanno atttraversato ogni confine ideologico e di convincimento politico, manifestandosi in modi sempre più ampi ed anche inattesi.

Si potrebbe continuare a lungo: chi desidera approfondire può trovare  on line la accuratissima  “Relazione annuale sull’antisemitismo in Italia” e lo stesso sondaggio internazionale di cui si parlava all’inizio.

Resta allora da rispondere alla domanda iniziale: perchè ricordare?

Spero che questo articolo, magari più arido di altri precedenti, ma credo molto significativo, fornisca da sé una risposta.

N.B.: gli Ebrei in Italia sono circa 30.000 (trentamila)

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