di Luigi Picheca
Il tempo ha scavato un profondo solco tra la civiltà occidentale e quella più conservatrice dell’Islam.
Ciò ha determinato una differente visione sociale, politica e religiosa che ha allargato le linee di pensiero e di costumi e tradizioni, procedendo a velocità diverse di come concepire la vita in generale. Questo divario è cresciuto progressivamente, descrivendo alla fine il disegno di due rette parallele, destinate a non incontrarsi mai.
Mentre l’occidente ha rivisto radicalmente il proprio modo di vivere nei confronti di religione e politica, andando verso una evoluzione tendente alla democrazia e verso una libera interpretazione del rapporto con la religione e la Chiesa, gli islamici hanno mantenuto la loro visione sociale e religiosa difendendone le peculiarità originali all’estremo.
Data questa premessa ne discende che il solco che si è aperto tra i due mondi abbia assunto proporzioni difficilmente colmabili e che l’integrazione risulti quanto mai difficile solo aprendo le porte dei due nostri sistemi. In pratica noi vediamo la vita a colori, i musulmani la vedono in bianco e nero.
Noi viviamo nel terzo millennio, loro sono ancora fermi al medievo.
Può sembrare una disanima impietosa e di parte ma è frutto di una attenta riflessione che si basa sugli eventi che ci accadono intorno.
Se l’ISIS raccoglie proseliti tra le famiglie di musulmani trapiantati da tempo nei paesi europei e tra i nostri figli, dobbiamo chiederci il motivo che spinge questi giovani ad aderire al loro piano pazzesco in cui si è disposti anche a morire per la gloria del loro Dio.
Certo, non tutti sono estremisti ma temo che le loro leggi e la loro religione li abbia abituati a una vita oppressa e che loro, trovandosi improvvisamente liberi nei paesi democratici, facciano fatica ad assimilare il nostro spirito libero e democratico e si sentano, paradossalmente, più forti di noi e si sentono in dovere di riportarci su quella che, per loro, sarebbe la retta via.
Da noi le donne sono libere e provocanti e noi uomini non sappiamo dominarle. La preghiera è per noi una cosa personale, andiamo in chiesa quando ne sentiamo il bisogno mentre i musulmani devono pregare cinque volte al giorno.
Come troviamo una via di mezzo?
Nei paesi islamici ci sono ancora le lapidazioni, la pena di morte e la legge del taglione, roba da medioevo!
Non so cosa porti tanti giovani ad aderire alla fede musulmana estrema, probabilmente li fanno sentire grandi e forti, probabilmente lo fanno anche attirati da promesse forti o semplicemente da promesse di soldi, donne e bella vita in cambio del loro giuramento di perseguitare e uccidere chi gli capita davanti. Menti malate in cui viene inoculato il fanatismo. Menti deboli di novelli eremiti che scambiano il loro isolamento sociale per qualche mese di spavalderia.
Una miscela esplosiva a cui offriamo il nostro ventre molle rinunciando alle nostre tradizioni per non recargli offesa. Togliamo i simboli religiosi cristiani per favorire un dialogo che si compone di molte chiacchiere e di poco contenuto.
La vedo dura, così mostriamo solo quelle che per loro sono le nostre debolezze, una offerta di resa incondizionata!
Luigi Picheca