di Fabrizio Annaro
Sono numerose in città le iniziative per ricordare la figura di San Gerardo. Come è noto il 6 giugno è la festa del Santo patrono di Monza. In verità anche San Giovanni Battista è patrono di Monza, ma festeggiato il 24 giugno.
Gerardo, era un ricco signore, vissuto a cavallo fra il XII e il XIII secolo. Nel 1174 firmò con il Comune di Monza e con il Capitolo del Duomo una convenzione con la quale consegnava all’ente pubblico la gestione dell’ospedale, mentre al Duomo la proprietà dell’edificio che, Gerardo, aveva adibito a casa di cura. Gerardo, infatti, decise di adibire il suo podere in ospedale e accogliere così, poveri, malati, senza tetto, emarginati, insomma gli ultimi degli ultimi.
Morì nel 1207, esattamente il 6 giugno, giorno in cui fu acclamato Santo. La casa che fu di San Gerardo, oggi ospita un progetto innovativo per anziani. Si tratta dell’Oasi San Gerardo formata da 29 alloggi per anziani. L’Oasi è gestita dalla Cooperativa La Meridiana. Ed è proprio L’Oasi il centro delle iniziative dedicate alla ricorrenza del Santo patrono.
Fra le diverse iniziative vi segnaliamo lo spettacolo teatrale “Chi è san Gerardo?” previsto il 6 giugno all’Oasi alle ore 10:00. Attraverso scene e costumi, gli attori racconteranno ai bambini della vicina scuola primaria Umberto I, la vita di San Gerardo. L’iniziativa è della Cooperativa La Meridiana.
Come è tradizione, lungo le strade limitrofe all’Oasi, ci saranno le bancarelle con le ciliegie a ricordo del famoso miracolo di san Gerardo. Si narra che Gerardo si trattenesse spesso in chiesa a pregare fino a tarda ora. Una sera, per convincere i canonici del Duomo a lasciarlo rimanere oltre l’orario di chiusura, promise loro un cesto di ciliegie; benché fosse pieno inverno, gliele consegnò subito la mattina successiva.Le iconografie del santo sono solite rappresentarlo con una rametto di ciliegie proprio a ricordare questo miracolo.
Il miracolo più famoso è quello dell’attraversamento del Lambro. Mentre Gerardo si trovava in Duomo a pregare, il fiume, ingrossandosi improvvisamente, ruppe il ponte che collegava l’ospedale con la città. Gerardo, subito accorso, stese il suo mantello sull’acqua, vi salì e su di esso attraversò il fiume, raggiungendo i suoi malati, quindi ordinò alle acque di non entrare nelle stanze degli infermi. Secondo gli scritti di alcuni biografi del Santo, le acque si fermarono alle porte del nosocomio.