di Marco Riboldi
La vicenda è ormai nota. Dopo una aggressione avvenuta fuori da un liceo di Firenze, la dirigente scolastica (insomma, la preside) ha indirizzato ai propri studenti una lettera nella quale richiamava i principi costituzionali di libertà mettendo in guardia dalla indifferenza, perché della indifferenza dei molti profittano i pochi violenti.
Il Ministro della Istruzione e del Merito, on. Valditara, ha ripreso la preside, invitandola a non fare politica nel suo ruolo istituzionale.
Mi pare che questo secondo intervento sia del tutto fuori luogo: la scuola deve invitare a vigilare sul rispetto per le regole democratiche, deve spiegare ai giovani che non si deve e non si può girare lo sguardo da un’altra parte se avviene quacosa di sbagliato.
Sig. Ministro, ci pensi: a scuola si studia storia e si impara che, nel corso delle età, il male è tornato più volte, sotto forme diverse.
Io ho insegnato per anni e ho sempre salutato i miei studenti a fine corso esprimendo la speranza che al prossimo ripresentarsi del male qualcuno si alzi e gridi “No”.
E che quel “qualcuno” sia un mio ex studente.
A me, la scuola piace così.