Alla banda larga si allacciano da soli. A Verrua Savoia, un paesino di mille abitanti nei dintorni di Torino, la connessione veloce se la sono costruiti i cittadini.
L’anno scorso infatti il docente del Politecnico di Torino Daniele Trinchero insieme ad altri 28 compaesani visionari hanno fondato l’associazione Senza fili, senza confini
con l’obbiettivo di cablare tutte le case e i quartieri della città. La rete è autogestita in maniera solidale, anche perché gli operatori tradizionali in questa valle non arrivano (non ne avrebbero vantaggio, visto il piccolo numero di potenziali abbonati).
Per usufruire del servizio, basta iscriversi e per un costo irrisorio (50 euro l’anno) si è online. In 365 giorni sono 370 le famiglie che si sono collegate alla rete di Trinchero. Cinque centraline ricevono il segnale da Vercelli e lo fanno rimbalzare attraverso ponti radio sui dispositivi degli abbonati. I contributi dei soci – insieme ai ricavi provenienti dalla quantità di banda acquistata nel frattempo dagli operatori telefonici tradizionali – servono per mantenere l’impianto.
Insieme alla connessione, poi, Senza fili, senza confini offre agli abbonati la possibilità di imparare a usare la rete e diminuire quindi il digital devide tipico di moltissimi paesi d’Italia. Anche per questa valenza sociale, il modello hi-tech di Verrua Savoia è già stato studiato da tanti comuni che hanno in mente di fare lo stesso.
Ilaria Beretta