Addio a Wes Craven, maestro del terrore

di Mattia Gelosa

Si è spento a 76 anni Wesley Earl Craven, regista e produttore americano tra i più importanti autori di film legati al genere horror.

Laureatosi in lettere e filosofia, inizia come insegnante, poi comincia a dedicarsi al cinema e soprattutto si innamora di Bergman e di Hitchcock. Del primo adora le atmosfere surreali e lo stile visionario, del secondo la capacità di creare suspense anche in situazioni comuni e credibili.

L’ultima casa a sinistra del 1972 è il suo primo film, inizialmente snobbato dalla critica, ma oggi diventato un cult: un film dove anche le persone comuni si trasformano in cruenti assassini spinti da rancore e vendetta. La violenza sfocia improvvisa, prolungata e senza filtri e il film avrà molti problemi di censura, ma sarà anche una pietra miliare del filone splatter. Per quest’opera prima, che poi Craven rinnegherà, l’ispirazione arrivò proprio da Bergman e dal suo La fontana della vergine.

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Nightmare

Il grande successo arriva però negli anni ’80, quando la fantasia dell’autore partorisce il personaggio di Freddie Krueger, un uomo dal volto coperto di ustioni che entra nel sonno delle persone uccidendole grazie a dei guanti artigliati. Stiamo parlando naturalmente di Nightmare, uscito nel 1984 e poi seguito da ben sette sequel (di cui uno che unisce la sua vicenda a quella di Jason, l’assassino di Venerdì 13) , un reboot e una serie TV. La ferocia dei delitti, la buona dose di splatter (e a tratti anche di trash!) e la capacità del regista di usare la macchina da presa e costruire la suspense, rendono questo film un caposaldo del genere horror. Fu anche l’esordio cinematografico dell’attore Johnny Depp.

Sull’onda del grande successo del suo film e dei derivanti, che però affida alla regia di altri, si lancia negli anni ’90 in un’altra avvenuta cinematografica che diverrà una saga di culto: Scream.

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scream

Uscito nel 1996 e divenuto uno dei primi in classifica ai botteghini, Scream è il primo film di quella che sarà una quadrilogia interessantissima: pieno di riferimenti cinematografici, dai dialoghi ad alcune citazioni nascoste, quest’opera è a tratti una vera e propria riflessione metacinematografica sul genere e sui suoi clichè, sbeffeggiati in maniera sempre più palese e ironica man mano che si avanza con la numerazione dei film. Alla base di tutto, una storia molto semplice, quella di una tranquilla cittadina americana sconvolta da una serie di delitti compiuti da un killer che uccide con un pugnale e si nasconde dietro una maschera bianca che richiama l’urlo di Munch. Sidney Prescott e i suoi amici si troveranno spesso faccia a faccia (o al telefono!) con l’omicida, e fermare la sua furia sarà davvero difficile.

Girato in modo magistrale, con una tenica e una costruzione della paura e della tensione che richiamano con successo a Hitchcock, Scream è diventato un film icona di quegli anni e la maschera dell’assassino un gadget tra i più venduti ad Halloween e Carnevale.

A contribuire ancor di più alla fama del personaggio, inoltre, si aggiunge anche il fatto che nel 2000 uscì il film-parodia Scary Movie, primo di un’altra saga longeva e di successo, tutta basata sulla presa in giro dei film di genere thriller- horror. Il primo capitolo sbeffeggia proprio Scream e anche la protagonista, Cindy Campbell, ha un nome di battesimo assonante a quello del film di Craven.

Nel 2011 il regista fece uscire il quarto e ultimo capitolo della saga, mentre nel 2015 il prodotto passò alla TV come serie per MTV.

Resta questo l’ultimo grande regalo di un autore ritenuto, da tutti gli amanti del genere horror, un importantissimo punto di riferimento, un regista capace di spaventare e inquietare davvero, anche con mezzi semplici, ma soprattutto raccontando storie ben scritte e con personaggi a tutto tondo.

Quando si toccano i clichè e gli stereotipi in Scream, lo si fa solo ed esclusivamente per prendersene gioco.

 

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