Addio a Paolo Villaggio, uno dei maestri della comicità italiana

di Mattia Gelosa

I film di Fantozzi sono uno dei “must” dell’italiano di ogni età: tutti li abbiamo visti, i più grandi magari al cinema o nelle prime tv, i più giovani come me insieme ai nonni in una delle tante domeniche sere dai palinsesti scarni o in DVD con gli amici.

Ecco perché oggi l’Italia piange uno dei suoi artisti di punta, morto stanotte all’età di 84 anni, capace di dare vita a dieci film dal 1975 al 1999 che sicuramente resteranno immortali nel patrimonio del nostro paese. Perché il personaggio creato da Paolo Villaggio purtroppo non diventa mai anacronistico.

Già, si deve dire proprio purtroppo, perché la forza della comicità della serie sul ragionier Fantozzi è una denuncia che colpisce e demolisce diversi aspetti del nostro paese, in primis, ovviamente, la condizione di sfruttamento e di stress psicologico dei lavoratori, veri e propri schiavi moderni di Presidenti-Padroni che, più che dirigenti di aziende,  sono vere e proprie divinità.

In questi film, però, ce n’è davvero per tutti: si dissacrano i ricchi e si fa parodia dei poveri, si colpisce la destra, ma anche la sinistra, con il risultato di una serie di marionette dai volti sempre tristi, ma che si fingono attori di una vita di sorrisi.

Insomma, Fantozzi, a suo modo, è una drammatica tragedia che si traveste da commedia, e lo fa bene, soprattutto perché sa quando far riaffiorare il suo lato malinconico. Selezionare il meglio di tutti i film di Fantozzi è davvero difficile, ma ci proviamo con alcune scene fra le più significative!

La mitica uscita dall’ufficio, vera e propria prigione per i poveri impiegati, giustamente assomiglia a un’evasione a tutti gli effetti!

Il classismo pervade ogni ambito lavorativo, persino la pausa caffè!

Le grandi aziende, però, sono anche fatte di eventi in teoria per i dipendenti, ma in realtà utili solo a esaltare le doti dei direttori. Per questo, Fantozzi e la sua spalla Filini cercano un modo grottesco per disertare una giornata di sport…

Memorabile anche la stoccata ai critici cinematografici radical chic della cultura di sinistra, che inneggiano a tutti i costi ai film difficili del passato più per boria che per vera competenza. Ecco, allora, che Villaggio travestito da Fantozzi, dice la sua su un’opera come la storica “Corazzata Potemkin” di Ejzenstejn (1925).

Infine, non mancano i riferimenti a situazioni legati davvero alla gente comune partendo dalla drammatica consuetudine delle riunioni di condominio!

E dopo una vita passata a lavorare, il riposo forzato non è altro che un’ennesima imposizione difficile da metabolizzare.

Paolo Villaggio non è stato solo Fantozzi, ma ha recitato anche per autori come Monicelli, la Wertmuller o Federico Fellini, e grazie a La voce della Luna nel 1990 vinse un David di Donatello.

Nel suo palmares figurano anche un Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia del 1992 e un Nastro d’Argento nel 1994 per Il segreto del bosco vecchio di Ermanno Olmi.

Nel 1995 viene insignito dell’onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Con Fantozzi, siamo sicuri, rideremo ancora a lungo, perché il suo universo di personaggi, da Filini a Pina e Mariangela, dalla signorina Silvani a Calboni, continua a rappresentare uno spaccato di questa Italia che, in fondo, non è molto cambiata negli ultimi quarant’anni!

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