Albrecht Dürer e il Rinascimento tedesco

di Daniela Annaro 

Milano, in questa primavera fatta di tanto design, architettura, saloni, fiere ed altro ancora, crea stordimento per l’affollamento degli eventi.

Si rischia di perdere gli appuntamenti più importanti, i meno effimeri, quelli, 

 in genere, poco propagandati. Uno di questi è sicuramente la mostra a Palazzo Reale (fino al 24 giugno 2018) dedicata a un grande maestro dell’arte rinascimentale, il tedesco Albrecht Dürer.

A. Durer – San Girolamo

Nato e morto a Norimberga, Alberto Duro (1471-1528) come veniva italianizzato il suo nome, è stato pittore, incisore, matematico e trattatista. Celeberrimi alcuni suoi lavori, come Melancholia, una piccolissima incisione a bulino di 20 centimetri per poco meno di trenta. E’ datata 1514, la copia migliore è conservata presso la Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe. Un’opera matura, piena di significati esoterici e filosofici, denuncia  i limiti dell’artista nel cogliere il significato  delle cose, della vita, l’impossibilità per il pittore di raggiungere il livello più alto del pensiero umano.

Terzogenito di 18 figli, Albrecht dimostrò da subito grande talento: a tredici anni realizzò il suo primo autoritratto davanti a uno specchio. Certo, l’opera non è priva di errori, ma, in modo univoco, è considerata il primo autoritratto dell’arte europea! Un primato – per chi li ama – non da poco. Il giovane  Albrecht si sente proprio così: cittadino del mondo e, ai suoi tempi, il mondo voleva dire Europa.

Ed è proprio da questa visione che la mostra milanese affronta il lavoro dell’artista tedesco: “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia” è il titolo della rassegna curata dall’ olandese Bernard Aikema e dallo storico Andrew John Martin, due autorevoli  studiosi di questo periodo storico.

A. Durer – Ritratto di giovane veneziana

La rassegna si concentra  sul secondo viaggio veneziano del maestro di Norimberga, avvenuto nel 1505, viaggio documentato da diverse fonti. Racconta degli stimoli ricevuti e offerti da Dürer in laguna. Venezia, in quel tempo, è una città spumeggiante, ricca di fermenti culturali e pittorici.

La rassegna racconta di questi scambi tra la pittura italiana, firmata da Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Alvise Vivarini, Giorgione, Leonardo da Vinci, Andrea Solario, Andrea Mantegna e l’arte del Nord Europa rappresentata dall’esperienza del maestro tedesco e da altri suoi conterranei come Lucas Cranach, Albrecht Altdorfer, Hans Baldung. Probabilmente Dürer, affermato stampatore in Germania e ambizioso imprenditore, (non a caso è il primo artista a registrare il suo marchio con le sue iniziale intrecciate) voleva espandere il proprio raggio d’azione all’Italia settentrionale poiché Venezia era il principale centro editoriale al di qua delle Alpi.

Lucas Cranach – Ercole e Atlante

Tra il 1505 e il 1507, nella città lagunare Albrecht Dürer produce diversi capolavori, fra i quali la Festa del Rosario, il Cristo fra i dottori e il Ritratto di giovane veneziana, opera scelta come simbolo della mostra, capolavori ovviamente esposti a Palazzo Reale. Il viaggio di Dürer diventa così anche un viaggio  del visitatore per l’Europa. Le 130 opere dell’esposizione provengono da quaranta prestatori: lavori che arrivano dalla Germania, dall’Olanda, dal Regno Unito, dal Portogallo, dalla Spagna e dall’Italia. Un viaggio nel viaggio del maestro di Norimberga.

 

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