Dopo lo strepitoso successo di ‘Oliva Denaro’ con Ambra Angiolini, prosegue con “Re Lear è morto a Mosca” la stagione di “Altri Percorsi” del Teatro Manzoni di Monza.
Lo spettacolo giovedì 7 marzo alle ore 21, è un lavoro di César Brie che racconta la storia di Solomon Michoels e Veniamin Zuskin, due attori e registi ebrei russi assassinati da Stalin.
Uno dei più grandi teatri del Novecento, il Teatro Ebraico di Mosca (Goset), è quasi sconosciuto al mondo intero. Il suo fondatore, il regista Aleksandr Granovskij, e Marc Chagall, il pittore e scenografo che gli ha dato un’impronta decisiva, si sono salvati rifugiandosi in Francia, mentre i due straordinari attori-autori protagonisti di tutte le creazioni del Goset dai primi anni venti sono stati assassinati: Solomon Michoels per ordine diretto di Stalin e Veniamin Zuskin dalla polizia politica.
Re Lear è morto a Mosca è uno spettacolo che ripercorre la loro carriera a partire dall’ipocrita funerale di Stato accordato a Michoels, un Miserere durante il quale l’incontro con Zuskin rievoca l’inizio della loro collaborazione. Per finire con un Gloria che li vede nei panni del Lear e del Fool, circondati da tutti gli attori del Goset.
Lo spettacolo ha il suo filo rosso nell’allestimento del Re Lear, uno dei pochi testi di Shakespeare allora permessi dal regime staliniano. Durante il montaggio di questo straordinario spettacolo i due, non di rado in disaccordo tra loro, affrontano tutti i temi che hanno costellato la vita del Goset, dai rapporti con il potere alla definizione di una nuova arte dell’attore, dall’ebraismo e la lingua yiddish all’assillante imperativo del “realismo socialista”, dai rapporti amorosi alla vita quotidiana delle famiglie, dal contrasto tra comunismo e fascismo al bisogno di creare spettacoli critici, divertenti e non censurabili.
Nel 1935, il sommo regista inglese Gordon Craig assistette al loro Re Lear in yiddish e ne rimase folgorato. Tornò a vederlo praticamente ogni sera della propria permanenza a Mosca e scrisse a Michoels lettere piene di ammirazione e commozione nelle quali dichiarava di essere stato spettatore del teatro che aveva sempre sognato di fare.
Il giorno della festa dedicata alla donna, l’8 marzo, sarà la volta di uno spettacolo comico “Io, Roberta, Ippolita Lucia” di e con Ippolita Baldini.
Se è vero che gli uragani più devastanti hanno nomi femminili tenetevi forte lei ne ha tre!
Roberta Ippolita Lucia, in arte Ippolita Baldini è in cerca del suo centro di gravità, lavora come attrice, cerca l’uomo della sua vita, magari anche tra gli spettatori, non si sa mai.
È in continuo movimento perché non è facile avere tre nomi, non è facile avere tre personalità e saperle gestire con equilibrio in un mondo come quello di oggi, così pieno di stimoli e false libertà, ma soprattutto non è facile avere una mamma Marchesa!
Tutto questo in uno spettacolo stupefacente, interpretato da una attrice in ascesa, brillante e divertente che si mette a nudo, senza paura, raccontando di sé, quindi di noi.
Vi aspettano sul palco tutte e tre: “Io, Roberta Ippolita Lucia”.
Al termine piccolo rinfresco offerto al pubblico nel foyer del Teatro