Alzheimer: a Monza un Paese per la città

di Francesca Radaelli

Un Paese su misura per i malati, da una parte. E, dall’altra, la novità: un servizio di assistenza e supporto a tutto tondo per le famiglie coinvolte nella cura domiciliare.

Sono queste le due direzioni in cui si muove il progetto La Meridiana per l’Alzheimer: sono state presentate dalla cooperativa sociale Meridiana durante il convegno dal titolo ‘Un Paese per la città’ organizzato lo scorso 21 settembre presso la residenza San Pietro a Monza proprio in occasione della XXVI Giornata mondiale dell’Alzheimer, e condotto dal giornalista Fabrizio Annaro.

Roberto Mauri

Il progetto si inserisce all’interno del percorso “Monza città amica della demenza” che la città ha intrapreso con entusiasmo, come ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Desirée Chiara Merlini, che ha sottolineato: “Il primo obiettivo da raggiungere perché Monza sia una città demenza friendly è quello di non ghettizzare, di abbattere lo stigma, di coinvolgere la cittadinanza”. Con questo obiettivo, ha spiegato l’assessore, il Comune di Monza ha attivato dei veri e propri corsi per spiegare a commercianti, agenti di polizia e guidatori di mezzi pubblici come approcciarsi e interagire con le persone con demenza. Si tratta di uno dei primi frutti del tavolo di lavoro attivato con enti e associazioni del territorio.

Il Paese Ritrovato

A rendere oggi Monza una città all’avanguardia nella cura dell’Alzheimer è sicuramente il Paese Ritrovato, creato oltre un anno fa proprio dalla Cooperativa La Meridiana, grazie anche al supporto fondamentale delle istituzioni, dal Comune di Monza alla Regione Lombardia, come ha ricordato il presidente de La Meridiana Roberto Mauri. Il Paese Ritrovato è un paese nella città, costruito per chi nella città rischia di perdersi, di non ricordare la strada. Una vera e propria cittadina con vie, piazze, negozi, abitata però da persone malate di Alzheimer.

Roberto Mauri e Desirée Chiara Merlini

Protagonista la settimana scorsa di un convegno organizzato in Senato dal titolo “Oltre L’Alzheimer: progetti per una nuova cultura della cura”, il Paese Ritrovato, come ha ricordato Fabrizio Annaro, è oggi un esperimento unico in Italia, che potrebbe diventare un modello, replicabile anche in altri contesti. I numeri parlano di una cinquantina circa di operatori e 64 residenti, di cui 21 uomini e 43 donne, che hanno una diagnosi di demenza di Alzheimer in fase lieve-moderata con autonomia nella deambulazione e nell’alimentazione. A raccontare i risultati, a un anno dall’avvio del progetto, è stata la geriatra Mariella Zanetti, che ha riportato “un significativo miglioramento del benessere dei residenti, espresso attraverso la riduzione delle problematiche comportamentali, e della competenza in attività complesse”. Al paese Ritrovato si sta bene: questo ha comportato anche una riduzione delle terapie sedative iniziali e delle terapie farmacologiche per circa un quarto dei malati: “Nel 24% dei casi sono state ridotte le terapie sedative, nel 10% sono state variate o incrementate, nel restante 66% sono rimaste stabili”, ha rilevato la dottoressa.

Roberto Mauri e Mariella Zanetti

“Il Paese Ritrovato vuole dare forma all’idea di una ‘vita possibile’ per queste persone”, ha sottolineato Marco Fumagalli, educatore e coordinatore del Paese Ritrovato. “Non è facile, gli equilibri sono complessi e lo stiamo sperimentando bene noi operatori, insieme ai volontari (una ventina circa): vediamo ogni giorno cosa voglia dire vivere senza la memoria”. I residenti – racconta Fumagalli – spesso dimenticano le attività fatte durante il giorno, eppure nel ‘qui ed ora’ vivono una quotidianità ricca di stimoli e di esperienze al bar, dal parrucchiere, al cinema, in chiesa, in palestra. “Ora vorremmo che il Paese si apra alla città, alla quotidianità della vita di Monza”. Insomma che il Paese nella città diventi per la città. 

Da sinistra: Mariella Zanetti, Roberto Mauri, Marco Fumagalli

Incontro a te: la sfida dell’assistenza domiciliare

Intanto, come accennato, per la città in cantiere c’è un nuovo progetto. Si chiama Incontro a te e si rivolge alla cura degli anziani a domicilio: “Vogliamo rispondere a un’esigenza precisa degli anziani e dei loro familiari”, ha spiegato Roberto Mauri annunciando il progetto durante il convegno. “Quella di poter disporre di più servizi al proprio domicilio e posticipare sempre più in là un eventuale ingresso in strutture di ospitalità. Ci immaginiamo un futuro nel quale l’assistenza e la cura saranno sempre più al domicilio. La grande sfida sarà mantenere, per quanto possibile, l’anziano in casa propria e consentire una vita serena ai familiari”.

Il progetto prevede uno sportello informativo, che è già attivo, gratuito e aperto tutti i giorni, per  supportare il familiare nell’attivazione delle pratiche giuridiche, amministrative e sanitarie e anche nel reperimento di personale domiciliare. Verranno inoltre attivati i servizi di visite specialistiche a prezzi moderati, percorsi formativi rivolti sia alle assistenti familiari che ai parenti impegnati nella cura domiciliare, l’Alzheimer cafè (attivo da ottobre), il progetto “Nido sicuro” che offrirà alla famiglia una consulenza professionale per rendere l’abitazione un ambiente a misura di malato.

Da sinistra: Fabrizio Annaro e Dario Allevi

Insomma, una bella scommessa. Un’altra grande sfida per La Meridiana e per il suo presidente Roberto Mauri. Il sostegno delle istituzioni, intanto, è assicurato, come ha ribadito il sindaco di Monza Dario Allevi, presente all’incontro: “La Meridiana è un mondo che abbiamo la fortuna di avere nella nostra città”, ha detto il sindaco, aggiungendo: “Personalmente conservo ancora un pezzo del nastro di inaugurazione del Paese Ritrovato e sono convinto che se ogni città capoluogo come Monza avesse un proprio Paese Ritrovato il nostro sarebbe un mondo migliore”.

 

Intervista Marco Trabucchi, Psicogeriatra e Presidente Associazione Italiana di Psicogeriatria, fra i massimi esperti nazionali ed internazionali di Alzheimer:

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