C’è fermento in struttura non perché stiamo aspettando qualche personaggio famoso, come capita spesso, ma perché è una giornata importante per alcuni di noi, si parte alla scoperta della cultura del cibo nel mondo, si va all’EXPO di Milano.
Raccontato da una che non può mangiare è un paradosso, ma cercherò di descrivere i luoghi e di far immaginare a chi legge cosa si prova ad entrare e scoprire realtà a volte molto lontane dalla nostra.
Ed ecco i magnifici 7: Giada, Simone, Tonino, Franca, Daniela, Cristina ed io insieme ai nostri accompagnatori Diana, Paolo, Silvia, Marta, Nelly, Egidia e Angelo pronti e carichi per affrontare questa bella avventura.
Partenza. Ci aspetta la coda sulla tangenziale, la prima di tante della giornata, e arriviamo all’Expo dopo aver oltrepassato l’autostrada su un ponte molto suggestivo da raggiungere con ascensori a vetrate.
Giunti ai padiglioni ci rendiamo conto dell’effettiva affluenza, ci sono tantissime scolaresche di ogni ordine e grado, famiglie con bimbi piccoli, tanti italiani e tanti turisti.
Prima tappa l’Albero della vita con lo spettacolo delle fontane accompagnato da brani musicali, luci e fumo tricolore che fuoriusciva dai lati. Credo però che lo spettacolo perda un po’ della sua bellezza di giorno, anche se resta suggestivo.
Prendiamo la direzione del padiglione Italia saltando la lunga fila, che poi facciamo per aspettare gli ascensori dove entrava una sola carrozzina. Noi eravamo sette, immaginate il tempo che ci è voluto.
Poi è il momento del padiglione Israele con una bellissima presentazione interattiva del territorio, della popolazione e dell’agricoltura. Dopo un veloce spuntino, la fila si fa anche qui, ci siamo diretti al padiglione del Giappone ma l’attesa che ci aspetta ci fa optare per il Marocco, peraltro molto bello con le sue mille spezie ricche di colori e profumi.
Ed è già l’ora del pulmino per riprendere la via di casa e affrontare l’ultima coda in tangenziale. Piacevolissima giornata in ottima compagnia, felici di aver affrontato e superato alcuni nostri limiti. Grazie a tutti.
Salvina Candarella