“Andrea” o “I ricongiunti”, di Hugo von Hofmannsthal

di Carlo Rolle

Buongiorno, amici lettori, oggi vi propongo: Andrea” o “I ricongiunti di Hugo von Hofmannsthal (1874-1929). Si tratta di un romanzo incompiuto, che appartiene al filone del “Bildungsroman” (cioè: “romanzo di formazione”), come il “Wilhelm Meister” di Goethe o “Enrico di Ofterdingen” di Novalis. Descrive cioè la formazione di un giovane, che lascia per la prima volta la casa di famiglia e affronta alcune esperienze, solitamente nel corso di un viaggio.

Hugo von Hofmannsthal si segnalò già negli anni del liceo con alcune poesie di stupefacente profondità e bellezza, che fecero restare a bocca i lettori di lingua tedesca, i quali inizialmente non immaginarono che fossero opera di un adolescente. Divenne in seguito anche un grande prosatore, aforista, autore di teatro e librettista. Conobbe approfonditamente tutte le arti, dalla poesia, alla prosa, alla musica, al teatro, alle arti figurative.

 

Nelle sue opere si espresse la raffinata civiltà dell’Impero Austro-Ungarico nello splendore di un crepuscolo, che alcuni già presentivano, molto prima che si manifestasse in modo rapido e rovinoso. La sconfitta del 1918 portò con sé la dissoluzione del paese, il collasso dello stato e la fine della monarchia, in una catastrofe completa e quasi senza pari nella storia recente. La raffinata civiltà viennese continuò tuttavia ad esprimersi fino all’annessione alla Germania nazista, nel 1938, quando la notte calò sulla cultura mitteleuropea.

 

Trama del romanzo

In questo libro, ambientato nel 1778, il giovane Andrea von Ferschengelder ha lasciato la natìa Vienna per un viaggio in Italia. Lungo la strada accetta, per giovanile inesperienza, i servizi di un uomo che gli offre con insistenza di accompagnarlo nel suo viaggio come servitore e guida.

I due sostano in Carinzia presso una famiglia della piccola nobiltà rurale, dove Andrea conosce una fanciulla incantevole, che gli regala il primo bacio della sua vita. Ma questo incontro meraviglioso si conclude con un’esperienza umiliante e dolorosa, destinata a separare i due giovani senza loro colpa.

Andrea giunge infine a Venezia, dove non conosce nessuno. Trova ospitalità presso una famiglia nobile ma decaduta, impegnata nell’organizzazione di una misteriosa lotteria. Anche qui emergono personaggi strani e ambigui. La natura stessa della lotteria si rivelerà assai inquietante.

La scrittura nitida e rilucente di Hofmannsthal rende magnificamente l’atmosfera di stupore e incanto tipica della giovinezza. Solo un grande artista avrebbe potuto renderla pur scrivendo nel pieno della maturità. Iniziata nel 1912, quest’opera avrebbe accompagnato l’autore fino alla morte, avvenuta improvvisamente nel 1929.

Amici lettori, purtroppo questo libro è solo la parte iniziale di un romanzo in cui molti destini avrebbero dovuto intrecciarsi: è quindi solo un frammento di un vasto e complesso disegno, anche se un frammento bellissimo e compiuto.

 

Un mondo fuori dal tempo

Nell’opera di Hugo von Hofmannsthal, figura di primaria grandezza della cultura mitteleuropea, si avverte in modo indiretto il dramma di una civiltà raffinata e cosmopolita giunta al tramonto per via di vicende storiche che seguivano una loro dinamica inarrestabile, tra cui l’emergere dei nazionalismi e l’età delle rivoluzioni.

Hofmannsthal sentiva, anche prima del crollo dello stato e della monarchia austro-ungarica, che un’epoca nuova e feroce si preparava: la Storia sommergeva il mondo che aveva amato. Anche per questo forse le sue opere non hanno sfondi storici ben definiti. Le sue ambientazioni sono spesso metastoriche, le vicende si svolgono in luoghi immaginari o in contesti dove il tempo si è fermato.

Così è anche in questo libro, con l’antichissima città di Venezia, da secoli sospesa in un’atmosfera irreale, accentuata dal suo lungo carnevale e dall’uso generalizzato delle maschere: è una città dove nulla appare per quel che è. Realtà e allucinazione sembrano confondersi in questo strano libro.

Nasce l’impressione che questa atmosfera irreale fosse un’inconscia metafora della spensierata Vienna della Belle Époque, dove Hofmannsthal era cresciuto: una città innamorata della musica, del teatro, della decorazione architettonica, delle vistose uniformi e dei piaceri della vita, apice di una civiltà pacifica, cosmopolita ed edonistica, che non riusciva a guardare con realismo e volontà di agire all’abisso su cui era ormai affacciata.

 

“Andrea" o "I ricongiunti” di Hugo von Hofmannsthal

 

In copertina: Giandomenico Tiepolo, particolare dell’affresco “Il mondo nuovo”, Villa Valmarana, Vicenza.

 

 

Per chi fosse interessato, ecco i link alle precedenti recensioni

1) “Storie e leggende napoletane”, di Benedetto Croce;
2) “Il monaco nero in grigio dentro Varennes”, di Georges Dumézil;
3) “I Vangeli Gnostici”, a cura di Luigi Moraldi;
 4) “La Cripta dei Cappuccini”, di Joseph Roth;
5) “Fuga da Bisanzio”, di Iosif Brodskij.
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