Angelo Morbelli. Luce e colore alla Galleria Bottegantica

La Redazione

In occasione del centenario dalla morte dell’artista, la  galleria  milanese Bottegantica (via Manzoni 45, fino  al 16 marzo 2019 a ingresso libero) presenta una attenta monografica di Angelo Morbelli (Alessandria, 1853 – Milano, 1919), protagonista della pittura italiana del secondo Ottocento e del Divisionismo, in modo peculiare.L’esposizione, curata da Stefano Bosi e Enzo Savoia, presenta una selezione di opere fondamentali, alcune mai prima esposte, per  documentare la storia artistica del pittore piemontese,ma milanese d’elezione. 

Nell’opera di Morbelli – affermano i curatori – dimensione realistica e dimensione simbolica parallelamente coesistono. La minuziosa insistenza realistica, mentre ci immerge in una precisa realtà, la esaspera, fa sì che ci appaia in una diversa luce. 

Il realismo sociale, che egli interpreta con profonda sensibilità e capacità di analisi, si tramuta in positività le volte in cui egli si approccia al variegato tema del paesaggio. I suoi paesaggi dominati dall’assenza di figure e di azione, dove l’emozione del pittore trova pieno appagamento nell’aprirsi, in religioso silenzio, alla natura, che è il regno delle cose che si rinnovano da sole, l’ente che possiede e dona la vita.

Ne sono un esempio gli ariosi paesaggi dei ghiacciai valtellinesi o delle montagne piemontesi, le ampie vedute della marina ligure, gli scorci della laguna veneta, colti perlopiù al tramonto, e quelli assolati dell’amato giardino della residenza campestre a La Colma, presso Rosignano, sulle colline del Monferrato.


In Morbelli, la ricerca del vero e quella del bello e di immagini idonee a esprimerlo, vanno di pari passo. Come risulta evidente nei dipinti dedicati al lavoro delle mondine, al nudo femminile e all’universo adolescenziale delle ballerine.La rassegna  approfondisce  il tema della tecnica, specie quella divisionista, che lui ritiene essere la pittura del futuro.

L’affare dei puntini è per me – scrive in una lettera del 1895 all’amico Virgilio Colombo – un esercizio pratico, come le scale del pianoforte. Il ridicolo cui i colleghi affettano schiacciare i puntini, mi assomiglia un po’ quello dei padroni dei velieri contro i primi tentativi delle barche a vapore, parendo loro impossibile che un tubo potesse far tanto! La cosa è da noi prevista; ma non farà deviare un ette dal cammino prescelto chi ha la schiena forte! Intanto si vengono ad avere dei risultati maggiori: aria, luce, illusione dei piani e dei toni!”.

 

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