Anna e la lampada meravigliosa

La storia di Anna, volontaria della Lampada di Aladino di Brugherio

di Francesca Radaelli

“Se c’è una cosa che mai avrei pensato potesse accadere a me è quella di ammalarmi, e non di una semplice malattia, ma di cancro. La malattia per eccellenza, quella che fa più paura. E che chiama in causa tanti fattori e tante variabili”. Quando ‘l’impensabile’ accade Anna ha  41 anni, un marito, due figlie ancora piccole, un lavoro autonomo da commerciante, una famiglia allargata. C’è tutto questo dietro quelle tre parole: cancro al seno. Un mondo che, all’improvviso ,potrebbe andare in pezzi.

“Quando pronunciò quelle parole, sinceramente pensai che il medico stesse parlando di un’altra persona. Non potevo essere io, che non ho mai nemmeno avuto un’influenza! Eppure ero io: cancro al seno”.

Da lì in avanti il cammino ospedaliero di Anna è da protocollo: mastectomia, chemioterapia, ricostruzione… Dietro a quel protocollo c’è un universo di emozioni. Per Anna la diagnosi è come una deflagrazione. “Fu come se alle parole ‘Lei ha il cancro’ fossero esplosi tanti tasselli di un puzzle, e io da sola non sapevo come riposizionarli”. È un periodo in cui è forte il rischio di vedersi sfuggire di mano il proprio tempo, il proprio mondo: “Avevo tanti appuntamenti da affrontare: lo specchio, la caduta dei capelli, e le domande precise e puntuali delle mie figlie che all’epoca avevano 6 e 10 anni”.

A un certo punto Anna capisce che è giunto il momento di prendere in mano la situazione. E si rivolge alla… Lampada di Aladino.

No, niente desideri da Mille e una notte e niente geni dai poteri magici pronti ad esaudirli. Non in questa storia, almeno. A Brugherio la Lampada di Aladino è un’associazione fondata nel 2000 da un gruppo di ex malati di cancro con un obiettivo preciso: supportare i malati oncologici e i loro familiari durante la fase acuta e post-acuta di malattia.

Il logo dell’associazione, nella sede di Brugherio

“Un’associazione dove non si cura il cancro, ma le persone malate di cancro.  Mi sono ritrovata subito in questa frase scritta all’entrata. Ho capito subito che ero nel posto giusto. Perché, anche se da un punto di vista oncologico ero in buone mani, era necessario curare Anna come persona. Solo in questo modo avrei potuto considerarmi guarita”.

Anna inizia il percorso psicologico a distanza breve dalla diagnosi. Con il progetto “Essere sempre Donna” la Lampada di Aladino si prende cura della donna malata di tumore nella sua complessità, come persona che si trova ad affrontare l’evento traumatico della malattia e delle cure oncologiche, che  hanno un enorme impatto – fisico e psicologico – sulla vita delle pazienti. Il progetto si articola in tre fasi che comprendono la cura del proprio aspetto fisico, la gestione degli effetti collaterali delle terapie e il recupero della sessualità.

“Ho potuto curarmi come dicevo io”, racconta Anna, che attraverso il percorso con un’ostetrica riesce a superare una serie di problematiche legate alla menopausa precoce. “A volte si danno per scontati alcuni effetti collaterali delle terapie per la cura del cancro. La risposta che ti danno è: poi passa. Ma io mi sono chiesta: sì ok passa, ma come? Noi malati dobbiamo per forza essere dei soggetti passivi nella nostra guarigione?  A quarant’anni mi sono ritrovata ferita nella femminilità, e in menopausa, e della risposta ‘poi passa’ non me ne sono mai fatta nulla”.

Un banchetto dell’associazione, con alcuni volontari (foto da Facebook)

Ora Anna ha 46 anni ed è una volontaria dell’associazione, impegnata nell’organizzazione di eventi e iniziative di promozione della Lampada di Aladino. “È stato un passaggio naturale forse era “destino”… chiamiamolo un “regalo” dell’avere avuto il cancro”. Per il suo lavoro è abituata a tessere relazioni con le persone: “Sono una specie di ponte tra il mondo di fuori e il mondo dentro alla Lampada”.

E tra le tante occasioni in cui si è trovata a portare la testimonianza della sua esperienza, una le è rimasta nel cuore.

“Mi chiamarono in oratorio a Brugherio, a parlare di fronte ai ragazzi adolescenti. Il tema era ‘la vita è un dono’ e l’incontro si svolgeva di sera. Sicuramente non tutti saranno presenti, mi dissero. E invece quella sera c’erano proprio tutti. Parlare della malattia di fronte a ragazzi di nemmeno diciotto anni è una bella sfida. Ricordo ancora i loro occhi attenti fissi su di me mentre raccontavo la mia storia e le domande che mi rivolsero alla fine dell’incontro”.

Cosa vuol dire essere malata? Adesso sei felice? Sei guarita? “Proprio questa è la domanda più difficile, se penso a tutti i controlli cui devo sottopormi periodicamente. Sono guarita dentro, rispondo sempre”. Merito anche di una ‘lampada meravigliosa’…

Un momento dell’incontro organizzato in collaborazione con il comune di Brugherio in occasione dell’Ottobre Rosa, il mese dedicato alla prevenzione 

La Lampada di Aladino offre ai pazienti oncologici un’ampia gamma di servizi di assistenza – che spaziano dal servizio psicologico al trasporto agli ospedali fino all’estetica oncologica – e di riabilitazione, condotta anche attraverso la pratica del taiji-quan.

Tutto ciò è offerto in maniera gratuita ai malati oncologici, ma anche le persone non malate possono usufruire dei servizi dell’associazione, impegnata anche sul fronte delle attività di prevenzione e controllo. In questo caso viene chiesta un’offerta, che permette di finanziare una struttura basata per lo più sul volontariato. Attualmente i volontari attivi sono una cinquantina, tra segreteria, accompagnamento e assistenza nei bisogni pratici, professionisti medici, e persone che si occupano di attività diverse. Dietro molte di queste persone c’è una storia simile a quella di Anna.

 “Nella vita tutto passa, ma ci sono dei passaggi che ci lasciano più ricchi di fede e umanità. Io nella malattia ho conosciuto un’umanità da cui ogni giorno imparo qualcosa”.

E alle persone che si trovano a vivere l’esperienza del cancro, Anna non può che lanciare un messaggio di speranza: “Non è di certo un bel momento, ma quando ne uscirete vi ritroverete rinnovati, diversi. Sarà come aver lasciato da parte gli abiti vecchi. Riprenderete in mano la vostra vita. Soprattutto vi auguro di potere esclamare di fronte a tutti: io non sono la mia malattia”.

 

Per maggiori informazioni: 

La Lampada di Aladino

Via Dante, 108 – 20861 Brugherio (MB)

tel. 039 882505

e-mail: [email protected]

http://www.lampada-aladino.it

 

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