Automobili: il futuro è ‘elettrico’

di Francesca Radaelli

Presto in arrivo una Fiat 500 elettrica. L’annuncio, fatto qualche giorno fa dal ceo di FCA Emea Pietro Gorlier, è rimbalzato sulle prime pagine dei giornali. Anche perché il piano industriale prevede che la produzione avvenga in Italia, nello stabilimento di Mirafiori, in cui avverrà “la prima installazione della piattaforma full BEV che sarà applicata sulla nuova Fiat 500 e che potrà essere utilizzata per altri modelli a livello globale”. In un secondo momento è arrivato anche l’annuncio della cassa integrazione straordinaria per 3mila lavoratori dello stabilimento, ma è proprio alla produzione delle nuove auto elettriche che sembrano legate le prospettive di un rilancio della fabbrica. Secondo quanto annunciato, per la nuova 500e si partirà dal 2020, ma il gruppo prevede di produrre ben 13 modelli elettrici nel triennio 2019-2021, grazie a un investimento di ben 5 miliardi di euro.

Gli investimenti dei costruttori

E la Fiat non è che l’ultima casa automobilistica in ordine di tempo ad aver annunciato una svolta elettrica. In settembre c’era stato il colosso tedesco Volkswagen che, scottata dallo scandalo Dieselgate di tre anni fa, aveva annunciato una svolta epocale con l’avvio della campagna ‘Electric for all’: auto elettrica accessibile a milioni di persone. Si tratta dei modelli ID. e ID. SUV, che saranno basati sulla piattaforma modulare MEB, sviluppata appositamente e su batterie anch’esse modulari, di capacità diverse per autonomie fino a 500 km. La casa tedesca ha pianificato di venderne 150mila nel 2020 e arrivare a 1 milione entro il 2025, grazie a un piano di investimenti di 6 miliardi di euro.

La nuova e-Golf (foto da www.volkswagen.it)

È di pochi giorni fa la notizia che Audi, il marchio premium del gruppo tedesco, ha annunciato investimenti di 14 miliardi di euro su mobilità elettrica, digitalizzazione e guida autonoma nel quinquennio tra il 2019 e la fine del 2023: il marchio si sta “sistematicamente muovendo verso la mobilità elettrica” e sta “costantemente dando priorità ai temi futuri”, ha commentato il ceo ad interim, Bram Schot.

Bassi consumi, ottime prestazioni e tassi bassissimi di inquinamento rendono, a detta di molti, le auto elettriche il veicolo del futuro. Almeno, se pensiamo a un futuro amico dell’ambiente. E anche i costruttori, chi prima e chi dopo, hanno iniziato ad abbracciare questa tecnologia. A oggi sul mercato è possibile trovare auto elettriche marchiate Nissan, Toyota, Jaguar. Si tratta di una nicchia di mercato, ma che cresce anno dopo anno, in alcuni paesi più che in altri. E la cui crescita può essere accelerata con misure e incentivi, anche da parte di amministrazioni pubbliche e governi.

Come forse potrebbe essere il caso dell’emendamento inserito dal governo italiano nella Legge di Bilancio (attualmente in discussione) che prevede incentivi fino a 6mila euro per l’acquisto di auto elettriche, ibride o piccole auto a metano o diesel e introduce contestualmente anche una tassa dai 150 ai 3mila euro per chi, invece, acquista auto inquinanti.

Un mercato in crescita a livello mondiale

Nel 2017 le auto elettriche circolanti sulle strade del mondo hanno superato la soglia di tre milioni di unità. Nel solo 2017 sono stati venduti nel mondo 1,3 milioni di veicoli elettrici (tra ibridi e completamente elettrici), con un incremento del 58% rispetto al 2016.

Leaf Acenta, l’ultima auto elettrica firmata Nissan (foto da www.nissan.it)

Secondo la società di analisi svedese EV-Volumes, società d’analisi svedese, proseguendo all’attuale tasso di crescita, nel 2030 ben otto nuove auto prodotte su dieci saranno elettriche. Tra i principali mercati mondiali il primo posto spetta alla Cina: lo scorso anno si sono registrate ben 777.000 immatricolazioni di auto elettriche (+53% sul 2016), mentre gli Stati Uniti sono state circa 200.000 (+27% sull’anno precedente) e in Europa circa 287mila (+38,7% sul 2016).

Venendo invece all’Italia, nel nostro Paese nel 2017 sono state vendute 4.827 auto elettriche: più del doppio rispetto al 2016 (2.819), anche se pari a solo lo 0,2% del nostro mercato complessivo. Il primato europeo spetta alla Norvegia, con 62.313 immatricolazioni, mentre la Germania ne fa segnare 54.617, il Regno Unito 36.835 e la Francia 36.835. 

Secondo le previsioni di PwC, entro il 2030 in Cina, Europa e Stati Uniti circoleranno complessivamente ben 164 milioni di auto elettriche. Nel 2020 arriveranno a 7,6 milioni, per poi accelerare la diffusione superando i 41 milioni nel 2025 per poi crescere vertiginosamente nel quinquennio successivo.

I punti ‘critici’

“Sono auto per ricchi”: è questa la principale obiezione di fornte alla prospettiva di scegliere un’auto elettrica invece che a benzina. Un’altra, secondo un report di Capgemini di recentissima pubblicazione, sarebbe la paura di trovarsi senza carica. Tra i principali motivi in grado di dissuadere i consumatori – nei mercati di Cina, Usa e Grermania – dall’acquisto di una vettura elettrica ci sarebbe infatti la ricarica delle e-cars e le batterie, citate come motivo di preoccupazione da una percentuale di persone compresa tra il 75% e l’81%.

In realtà i numeri dimostrano che la diffusione dei punti di ricarica sta aumentando sempre più. Stando ai più recenti dati diffusi da Energy & Strategy Group, alla fine del 2016 il numero totale nel mondo si attesta a 1,45 milioni, in forte crescita dell’81% rispetto agli 800mila punti del 2015 e di circa 73 volte rispetto ai 20mila del 2010. La maggioranza di questi sono privati, mentre le colonnine pubbliche costituiscono solo il 13% del totale e si trovano in maggioranza in Cina (31%), seguita dagli Stati Uniti (17%), dalla Norvegia (12%) e dalla Svezia (10%). In Europa, complessivamente, sono state installate 70mila stazioni di ricarica pubbliche, anche grazie alla spinta, a partire dal 2014, della direttiva europea Dafi (Alternative fuel infrastructure directive). In Italia a oggi ce ne sono solo 1.750, anche se il Piano Nazionale Infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica (il cosiddetto PNIRE) stilato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha previsto lo stanziamento di 33,3 milioni di euro per l’installazione di nuove colonnine di ricarica: entro il 2020 dovrebbero essere collocati da 4.500 a 13.000 nuovi punti di rifornimento di ricarica normal power (ossia con una potenza uguale o inferiore a 22 kW) e da 2.000 a 6.000 punti di ricarica high power (ossia con una potenza superiore a 22 kW).

Del resto, gli addetti ai lavori assicurano che anche il prezzo delle batterie al litio, necessarie per l’alimentazione del motore elettrico, è destinato a calare, e con esso il prezzo totale dei veicoli elettrici. Almeno secondo i dati raccolti da Bloomberg New Energy Finance, che mostrano come il prezzo medio di una batteria al litio, nonostante resti alto, sia calato parecchio in pochi anni, passando da 1.000 dollari per kWh nel 2010 a 209 dollari per kWh nel 2017 (con un calo del 79%). In prospettiva, entro un decennio l’auto elettrica potrebbe diventare competitiva a livello di prezzi con quella tradizionale basata sul motore a combustione interna. E si sta lavorando per rendere le batterie meno ingombranti, più leggere e più veloci da ricaricare.

In Brianza l’auto elettrica fa 92

E nella nostra Brianza? Sicuramente la strada da fare è ancora molta, anche se qualche auto elettrica inizia a vedersi anche qui. Secondo la classifica del centro studi Continental su dati ACI, nel 2017 la provincia di Monza e Brianza si posiziona al quarto posto in Lombardia per la mobilità elettrica, dopo Milano, Brescia e Bergamo. Sono stati contati solo 92 veicoli elettrici, ma il numero è aumentato del 33% rispetto al 2016. In tutta la Lombardia lo scorso anno erano 1542 le auto elettriche, in crescita del 29,1% rispetto al 2016: 811 nella provincia di Milano, 186 in provincia di Brescia, 119 a Bergamo, 83 a Varese, 73 a Como, 54 a Lecco, 39 a Mantova, 30 a Pavia, 25 a Cremona, 16 a Sondrio e 14 in provincia di Lodi.