di Isabella Procaccini
“Sai papà… io quest’anno non voglio un regalo normale…io vorrei incontrare Babbo Natale!”. Quanti di noi da bambini hanno espresso questo desiderio! Quanti di noi, la notte tra il 24 e il 25 dicembre, andavano a letto e cercavano con tutte le forze di stare svegli per sentire arrivare Babbo Natale ma poi inesorabilmente crollavano in un sonno profondo! Tutti i bambini lo fanno ma Matteo, il protagonista di questa storia scritta e interpretata da Mirko Rizzi, non è un bambino come tutti gli altri. Lui è disposto a tutto pur di incontrare Babbo Natale: a tre anni quasi quattro (perché Matteo compie gli anni a gennaio!), sfida i bisogni impellenti e il grande buio, a quattro quasi cinque il gelido freddo del suo balcone e a cinque quasi sei affronta il perfido Tobia, l’enorme gatto di zia Germana che l’aveva sempre terrorizzato.
Ogni anno Matteo organizza il piano perfetto e ogni anno qualcosa, qualcuno e soprattutto il grande sonno si mette tra lui e il suo sogno, facendolo andare in fumo. Ma, come dice più volte Mirko Rizzi, il nostro non è un bambino come tutti gli altri; tutti i bambini dopo tre anni di insuccessi perderebbero la pazienza ma Matteo no! Ed è cosi che il bimbo più cocciuto e ostinato del mondo decide di preparare il più ingegnoso dei piani: rubando una canna dell’acqua e gli addobbi di Natale della mamma si costruisce un perfetto costume da albero di Natale. Tutto è pronto; quando Babbo Natale si sarebbe avvicinato per lasciare i regali, Matteo gli sarebbe saltato addosso. Ormai aveva imparato a combattere i bisogni fisiologici, il buio e soprattutto il grande sonno.
A sei anni quasi sette Matteo avrebbe incontrato Babbo Natale. Ma si sa, non esiste il delitto perfetto… non tutte le ciambelle escono col buco… e Matteo l’avrebbe presto imparato. Ma questa storia insegna a Matteo e ai numerosissimi bambini presenti in sala che seguono l’attore divertiti e affascinati, un’altra grande verità. Questa verità ci arriva attraverso le parole del papà di Matteo che spiega al figlio che Babbo Natale non si può né vedere né incontrare, si può solo immaginare; e finché ci saranno bambini che continueranno a crederci egli non smetterà mai di esistere.
I bambini devono credere nella magia di Babbo Natale perché è l’illusione più bella che ci si porta dietro quando si cresce, i ricordi più belli che abbiamo dell’infanzia rimangono legati a questa figura e tutti noi ci ricordiamo il momento in cui ci è stata detta la verità come un momento di forte delusione. Ma credo anche che la magia non svanisca del tutto e che i bambini che ci circondano, con la loro innocenza e con la loro verità riescano a ricordarci che, se crediamo profondamente in qualcosa quella, alla fine, finisce per esistere davvero.
Babbo Natale, ti prendo! è un racconto appassionante e divertente che, attraverso i mezzi del Teatro riesce ad arrivare in modo immediato anche ai più piccini. Una storia semplice capace di insegnare ai bambini a credere nella propria fantasia e di portare un po’ di magia anche nei cuori dei più grandi. Forse, non tutto è impossibile… soprattutto a Natale!