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Le risorse naturali del nostro territorio sono da sempre state motivo di ricchezza e sostentamento del popolo italico fin dagli albori della nostra civiltà fino a quando lo sviluppo industriale degli ultimi secoli ha portato ad importanti flussi migratori dalle campagne ai centri cittadini portando ad un graduale abbandono dei terreni agricoli.
Tuttavia negli ultimi anni, complice la crisi economica che ha colpito il nostro Paese, molte persone sono state costrette a riscoprire antichi mestieri, tra questi senz’altro vi è l’agricoltura e l’allevamento. Infatti, da un rapporto pubblicato da Coldiretti, risulta che nel 2015 si è registrato un aumento degli “agricoltori di prima generazione”, ovvero giovani provenienti da altri settori professionali e che hanno deciso di dedicarsi alla coltivazione.
In supporto a questa tendenza c’è sicuramente La Banca della Terra, il primo archivio pubblico in Europa con l’obiettivo di favorire l’accesso degli imprenditori privati, in particolare dei giovani agricoltori, ai terreni agricoli e forestali del demanio regionale. I terreni abbandonati (ovvero non coltivati da almeno 3 annate agrarie) vengono messi a disposizione degli interessanti mediante bandi pubblici consultabili sul sito de La Banca della Terra e successivamente messi a disposizione ai destinatari con un contratto di usufrutto o di affitto.
La Banca della Terra risulta essere un progetto innovativo che rimette al centro della politica di sviluppo economico del nostro Paese la tutela e la cura dell’ambiente in un’ottica di riutilizzo e valorizzazione di terreni che, diversamente, resterebbero abbandonati.