Banda Larga verso X Factor

di Enzo Biffi

Mentre Andrea picchia i tamburi e Lollo e Francesco fan saltar le chitarre sotto le mani, il fiato e dita di Riccio inventano generosi squilli di tromba.  Anche Achille (la voce)  salta, un po’ per ruolo e un po’ perché  Teo al basso e Isidoro con la sua fisarmonica, di saltare  sembra proprio non abbiano voglia.

I Banda Larga Befolk  li trovate così,  sei giovani musicisti e un saggio barbuto (si dice diversamente giovane) carichi di libera energia sfogata dentro un repertorio un po’ naif  che sposa  Manu chao con Morandi e Jannacci coi Blues brothers.

Suonano divertendosi, quindi  divertono suonando. Sembrano dirti, e secondo me lo pensano, che la musica va presa così come loro, libera e leggera, spensierata e genuina.

Contro ogni vuoto virtuosismo, esenti da raggi laser e palchi rotanti e soprattutto senza sguardi e posture da navigate  pop-star,  portano in giro il suono della leggerezza, che non è mai poca cosa.

I Banda Larga stanno ai gruppi musicali giovanili come il nascondino sta alla play station.

Il gioco della musica speso con la capacità e la voglia di nascondere, tra allegre  melodie e spensierati arrangiamenti, quella inevitabile disciplina e rigore che ogni gioco serio richiede.

Insomma se non si prendono sul serio è solo perché sanno bene che apparire seri  è inversamente proporzionale all’esserlo.

Chissà, forse non hanno l’x factor e sicuramente non portano in giro giacche cool e ambizioni da vip  ma, se vi capitasse di soffrire di malinconia, ve li consiglio come antidoto, riconciliano, magari non col mondo ma sicuramente con certa musica tutta show business  e ego debordanti.

Ps.  

Si aggiunga poi che la performance normalmente termina con un invito a tornarsene a casa carichi di sentimento per chi ci sta accanto, Achille lo grida dal palco mentre gli altri dietro…se la suonano e se la ridono.

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