di Eleonora Duranti
Edgar-Hilaire-Germain de Gas, conosciuto più comunemente come Degas, è una figura che spicca nel periodo Impressionista pur non essendo uno dei suoi maggiori promotori. Contrapponendosi all’amico Monet, infatti, Degas predilige il lavoro in atelier a quello en plein air. A suo avviso, la memoria deve collaborare con l’immaginazione e ciò può avvenire unicamente tra le quattro mura dello studio dell’artista. Soltanto qui, egli può catturare l’essenziale.
«Ho sentito che Madame Lebrun presenzierà allo spettacolo…»
«Sophie Lebrun? La prima ballerina?»
«Ex prima ballerina… Mia madre mi ha confidato che Monsieur è stato costretto a rientrare in città per regolare alcuni affari, così lei, da brava moglie rispettabile, l’ha seguito senza protestare…»
«Beh… Non sarà certo stato un ritorno piacevole… Parigi ha parlato per mesi del suo infortunio…»
«Uff, è stato orribile… Un incidente orribile! Nel bel mezzo delle pirouettes, la sua gamba si è spezzata come un ramo secco… Madame è addirittura caduta dal palco… E davanti a tutta la platea!»
«Io ero tra il pubblico… È stata una scena talmente drammatica che, la notte, non ho dormito! Ancora oggi ho i brividi al solo ricordo…»
«Una carriera distrutta…»
«Una vita, vorrai dire… Madame non si è più ripresa dalla disgrazia, nemmeno esce più dal suo appartamento di lusso in rue du Fauburg Saint-Honoré! Monsieur è riuscito a portarla a malapena in campagna, questo fine settimana…»
«Fosse per lei, rimarrebbe rinchiusa nelle sue stanze come una prigioniera…»
«O una monaca di clausura…»
«E pensare che, lo scorso Capodanno, aveva dato una festa da far invidia a una regina! Mia zia Henriette era fra gli invitati e mi ha giurato che non dimenticherà mai tanto sfarzo e tanta eleganza…»
«Chissà che meraviglia…»
«Oh… Smettetela di blaterare! Non avete un briciolo di sensibilità! Sarei curiosa di vedere voi come reagireste a una simile tragedia… Sophie Lebrun aveva soltanto il proprio talento e se l’è visto strappare via da un destino ingiusto e crudele. Quella sera avrebbe dovuto coronare il suo successo; invece, ha dato forma al suo incubo peggiore…»
«Non vestire i panni della buona samaritana, Odette… Qui dentro, sei tu la più egocentrica e la più arrivista! Non mostri confidenza a nessuna di noi e, a lezione, ci ignori… Ti reputi tanto brava solamente perché Monsieur Dupont ti ha affidato la parte del cigno!»
«Già… Per te, neppure esistiamo! Sei talmente ossessionata dalla danza, che escludi tutto il resto…»
«Non lo nego. Vedete… Accade questo, quando si possiedono solo del tulle, un nastro rosa e un paio di scarpette di seconda mano… E Madame Lebrun lo sapeva.»
Edgar Degas, La lezione di danza, 1873-1875. Olio su tela, 85×75 cm. Parigi, Musée d’Orsay.