di Fabrizio Annaro
Benedetta, 20 anni, diplomata al Liceo Artistico di Giussano, residente a Seregno ha iniziato il Servizio Civile Volontario al Centro San Pietro della cooperativa La Meridiana a novembre 2016.
In cosa consiste il tuo servizio?
Trascorro la maggior parte del mio tempo con gli anziani: do una mano agli educatori, tengo compagnia agli ospiti…
Ti piace?
Si, mi piace molto. Sono contenta di stare con le persone anziane, ascoltare le loro storie, le loro vicende presenti e passate.
Come mai proprio con gli anziani?
Ho scelto di stare con gli anziani perché amo stare con le persone. Ho frequentato gli Scout e questo mi ha insegnato la bellezza di poter parlare, aiutare, fare del bene alle persone. Stare con le persone è una grande occasione perché loro possono aiutarti a capire meglio il senso il vita e tu puoi dare un sorriso e un po’ di felicità …
Ci riesci?
Alcune volte si, altre è più difficile. Ogni persona è diversa.
Perché hai scelto di fare il Servizio Civile?
Vuoi la verità? Una volta diplomata non sapevo cosa fare e mia mamma mi ha suggerito il Servizio Civile. Ho accettato il consiglio e non sono pentita, anzi! Il Servizio Civile è un’esperienza in più ed è anche un modo per diventare grande: gestisci la tua vita e le tue cose. Riesco ad essere più autonoma. Mi sono avvicinata al mondo del lavoro. Ogni giorno imparo qualcosa. Per me tutto questo è una grande conquista.
Lo consiglieresti?
Si, ma non in forma obbligatoria e soprattutto occorre scegliere un servizio adatto alla propria persona, alle proprie attitudini e in linea con le proprie aspirazioni. Sono convinta che andrebbe maggiormente pubblicizzato perchè il Servizio Civile è una grande occasione per noi giovani.
Qual è il bilancio di questa esperienza in Meridiana?
All’inizio ero spaventata perché dovevo relazionarmi con persone adulte. Non sapevo se dare del tu del lei, non capivo quale approccio… L’ambiente accogliente sicuramente mi ha aiutata: ho chiesto consiglio agli educatori, ho imparato giorno dopo giorno ed anche gli anziani mi hanno aiutato grazie alla loro innata accoglienza, simpatia ed affetto. Sono contenta perché questa esperienza mi aiuta a maturare.
Come ti senti a fine giornata?
Stanca ma felice di fare una cosa che mi piace fare, di offrire un sorriso e di aver fatto del bene.
Il tuo sogno?
Trovare un lavoro fisso. Che non sia di ufficio ma che sia sempre in movimento. L’ideale sarebbe quello di stare con le persone in modo a che a fine giornata posso dirmi: ho fatto del bene, ne ho ricevuto, sono cresciuta. Desidero anche non dimenticare la passione artistica e penso che il mio lavoro futuro potrebbe coniugare la passione per l’arte con il desiderio di stare con le persone.
Cosa ha significato per te l’incontro con la sofferenza?
Molto. Quando varco la soglia di un Nucleo protetto con gli anziani malati di Alzheimer, oppure quando ho avuto occasione di partecipare (perché ho chiesto io e non perché faccia parte del mio servizio) ai momenti di musicoterapia con le persone in Stato Vegetativo, ho sentito una forte scossa dentro me. Ho capito che i miei problemi a volte sono ingigantiti e che rispetto al grado di sofferenza di queste persone alcune mie situazioni sono facilmente affrontabili e risolvibili. Mi commuovo nel pensare alla sofferenza di queste persone, ma sento anche l’importanza di dare un sorriso e riconoscere che anche loro possono aiutarti a capire meglio il vero senso della vita.
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