di Carlo Rolle
Buongiorno, amici lettori, oggi vi propongo un libro molto diverso da quelli che vi ho presentato finora: si intitola “Biblioteca”. Il suo autore, Fozio I (810 circa – 893), fu per due volte Patriarca di Costantinopoli. Nel IX secolo questa era una carica di importanza non inferiore al papato di Roma. Egli fu una figura di primissimo piano della storia bizantina e di quella del cristianesimo in generale. Inoltre fu un erudito, un bibliografo ed un maestro di filosofia greca a Costantinopoli.
Il libro di Fozio
Il libro che vi presento nell’edizione Adelphi è un volume di oltre 460 pagine. Nonostante le sue non piccole dimensioni esso è una silloge, cioè una scelta di capitoli operata su un’opera di Fozio di dimensioni colossali, che se stampata per intero avrebbe certamente superato le mille pagine, pur senza testo a fronte. Quest’opera fu denominata “Biblioteca” dagli umanisti rinascimentali che la riscoprirono dopo molti secoli, ma il suo titolo originale, che ne descrive ancor meglio il contenuto, era: “Inventario numerato dei libri che ho letto”. Di cosa si tratta?
Il testo completo dell’intera “Biblioteca” di Fozio comprende, oltre ad un capitolo introduttivo con dedica al fratello Tarasio, ben 279 capitoli, nei quali vengono esaminate 386 opere, che si situano temporalmente tra l’età di Erodoto e quella della generazione che precedette Fozio stesso: un arco temporale di ben tredici secoli.
Le notizie che Fozio fornisce di queste opere variano dalla semplice menzione di un nome d’autore ad un’analisi più o meno lunga dei testi, fino a sequele di estratti molto ampie. Si va da recensioni lunghe un paio di righe ad altre lunghe fino a settanta pagine. L’inventario non segue un ordine logico: Fozio afferma di aver scritto i suoi sunti nella successione casuale con cui gli tornavano alla mente le opere che aveva letto; in un’opera tanto vasta, non riuscì ad evitare che in sedici casi un libro già recensito venisse vagliato una seconda volta.
Importanza e interesse dell’opera
L’opera di Fozio è di grande importanza sia per le straordinarie informazioni che fornisce, sia per gli sviluppi che produsse dopo che fu riscoperta dagli umanisti europei.
In primo luogo, la “Biblioteca” foziana riveste un interesse immenso perché la metà circa dei libri esaminati non è giunta fino a noi, sicché essa risulta spesso il mezzo più valido, e non di rado l’unico mezzo disponibile, per farci un’idea degli originali perduti o almeno per sapere che esistettero. Le biblioteche di Costantinopoli subirono infatti due immani catastrofi: la distruzione della città da parte degli aderenti alla Quarta Crociata nel 1204 e la conquista da parte dei Turchi nel 1453. Sapere che un certo libro esistette e avere un’idea del suo contenuto ha un valore immenso per noi. E questo per vari motivi: il primo è che queste informazioni possono aiutarci ad attribuire ad un certo testo le migliaia di frammenti anonimi ritrovati in molti luoghi, dalle sabbie dell’Egitto, ai rotoli carbonizzati di Ercolano (ora sempre più leggibili), ai palinsesti conservati in monasteri e biblioteche.
In secondo luogo, la “Biblioteca” fu importante per gli sviluppi che produsse a distanza di secoli. Fozio fu infatti l’iniziatore di un genere oggi comunissimo, al quale appartiene anche questo articolo. Noi oggi diamo per scontato che un libro venga recensito; anzi, le recensioni di libri sono da tempo un importante genere letterario. Tuttavia, anche se noi occidentali siamo abituati a ritracciare le origini di quasi ogni genere letterario nell’antichità greco-romana, nel mondo antico le recensioni non esistevano.
Il capostipite della critica letteraria
Inoltre, né il lunghissimo medioevo europeo, né il geniale e innovativo Rinascimento italiano potrebbero rivendicare la creazione di questo genere letterario. Come nota Nigel Lawson nella sua ampia introduzione al volume di Adelphi: “le prime pubblicazioni che presentano le caratteristiche di quanto noi qualifichiamo immediatamente come una recensione risalgono al 1665: esse sono il Journal des Savants, in Francia, e le “Philosophical transactions of the Royal Society of London” in Inghilterra”. Nel frattempo era nata e si era diffusa la stampa che, rendendo possibile una produzione libraria incomparabilmente maggiore, creò anche l’esigenza di compendiare e valutare molto sinteticamente il contenuto dei libri in circolazione.
La “Biblioteca” di Fozio, fu dunque – per così dire – in anticipo di novecento anni sui tempi. Essa è una raccolta di recensioni, che riguardano opere in lingua greca composte dalle più diverse categorie di scrittori. Alcune di queste opere sono classici della letteratura del V e VI secolo a.C., molte risalgono all’età ellenistica oppure ai secoli dell’Impero Romano, altre appartengono alla letteratura bizantina, dal VI secolo d.C. fino quasi all’età di Fozio, tanto che una di esse pare sia stata scritta da suo padre.
Opere recensite da Fozio
Nonostante l’autore sia stato per due volte patriarca di Costantinopoli, massima autorità religiosa del mondo bizantino, la “Biblioteca” non è veramente dominata dagli scritti di contenuto religioso. Dal punto di vista numerico, i testi teologici prevalgono su quelli laici: sono 239 contro 147; ma questo dato da solo darebbe un’impressione fuorviante, in quanto molti autori classici sono trattati in modo assai esteso. In totale solamente il 43% del testo foziano concerne opere teologiche.
Nonostante la violenza delle controversie religiose che pervasero il mondo bizantino, Fozio era un uomo intelligentissimo e un lettore attento, non un fanatico. Le sue recensioni riguardano anche autori nestoriani o monofisiti, appartenenti cioè ad eresie sconfitte e perseguitate durante la sanguinosa storia del cristianesimo. Fozio riconosce certi aspetti positivi dei loro testi, almeno quando non sostenevano punti contrari all’ortodossia.
Tra le opere recensite scarseggiano quelle di tipo medico, scientifico e tecnico. Scarseggiano purtroppo anche le opere di poesia, comprese quelle del teatro, non sappiamo bene perché. Inoltre Fozio evitò di compendiare le opere dei più letti autori bizantini, come Gregorio di Nazianzo o Gregorio di Nissa, presumibilmente perché era più facile trovarle. Anche Platone e Aristotele sono poco presenti nella “Biblioteca”, così come i filosofi stoici ed epicurei. Abbondano invece gli storici antichi e questo è per noi veramente di straordinario interesse; poi vi sono oratori antichi e scrittori religiosi anche “eretici”, altro elemento di grande interesse.
Enigmi che il libro di Fozio ci pone
La “Biblioteca” di Fozio è dunque un’opera affascinante, singolarissima e misteriosa che ci pone alcuni enigmi. Innanzitutto quali erano gli scopi di un’impresa tanto vasta? E come fu possibile che Fozio, pur nella sua posizione potesse accedere ad una tale mole di opere in un’età in cui il possesso di una cinquantina di libri era già considerata un fatto straordinario?
La “Biblioteca” si apre con una lettera dedicatoria di Fozio al fratello Tarasio in cui l’autore asserisce di fornirgli il resoconto delle proprie letture prima di partire per una rischiosa missione in Oriente. Secondo Luciano Canfora, che ha studiato a fondo l’opera di Fozio, questa lettera è solo un espediente letterario, una “fiction”. Dietro questo immenso lavoro sta qualcosa di più grande e di più drammatico, legato forse al fatto che Fozio subì un arresto e molti dei suoi libri furono sequestrati. Probabilmente essi non erano più disponibili quando questi sunti furono scritti o riuniti, forse erano addirittura già stati distrutti … la storia bizantina è piena di episodi terribili. Forse la “Biblioteca” fu un’opera collettiva di un circolo di lettori e discepoli che si raccolsero intorno a Fozio. Comunque essa costituì un’impresa lungimirante ed eroica, che ha per noi un valore inestimabile.
Nomi di autori recensiti
Che dirvi ancora, amici lettori? Non ho proprio lo spazio per condurvi tra questi affascinanti testi, compendiati con intelligenza e senso critico dodici secoli fa. Posso solo citare alcuni dei nomi degli autori di cui si parla in questo libro di Adelphi, nello stesso ordine casuale dei capitoli. Già i nomi possono, a volte, evocare molte cose e risvegliare un interesse. Sarete poi eventualmente voi ad esplorare in questo libro chi e cosa si cela dietro a questi nomi:
Teodoro, Nonnoso, Origene, Sinesio, Filostorgio, Filostrato, Flavio Giuseppe, Erodoto, Eschine, Procopio di Cesarea, Teofane, Sergio il Confessore, Ctesia, Eliodoro, Flavio Giuseppe, Olimpiodoro, Giovanni Crisostomo, Achille Tazio, Eusebio, Arriano, Giamblico, Giorgio di Alessandria, Filone Ebreo, Clemente Alessandrino, Leucio Carino, Metrodoro, Ireneo di Lione, Ippolito, Epifanio, Luciano, Lucio di Patre, Eunomio, Basilio, Elio Dionisio, Frinico, Isocrate, Sopatro, Vindanio Anatolio, Galeno, Antonio Diogene, Panfila, Teopompo, Teodoro di Antiochia, Dioscuride, Agapio, Giovanni Lido, Eudocia, Conone, Giovanni Mosco, Ippolito, Teodoreto, Procopio di Gaza, Enesidemo, Ierocle, Oribasio, Diodoro di Tarso, Isocrate, Lisia, Eschine, Demostene.
Buona esplorazione della biblioteca di Fozio, amici lettori!
Per chi fosse eventualmente interessato, ecco i link alle precedenti recensioni:
– 1) “Storie e leggende napoletane”, di Benedetto Croce;
– 2) “Il monaco nero in grigio dentro Varennes”, di Georges Dumézil;
– 3) “I Vangeli Gnostici”, a cura di Luigi Moraldi;
– 4) “La Cripta dei Cappuccini”, di Joseph Roth;
– 5) “Fuga da Bisanzio”, di Iosif Brodskij;
– 6) “Andrea” o “I ricongiunti”, di Hugo von Hofmannsthal;
– 7) “Lo stampo”, di Thomas Edward Lawrence;
– 8) “Un altro tempo”, di Wystan Hugh Auden;