Il bike sharing cinese arriva anche in Italia

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di Daniela Zanuso

In Cina è esploso il bike sharing. Un ritorno al passato o la consapevolezza  che la mobilità alternativa diminuisce l’inquinamento atmosferico? Forse entrambe, non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che la start-up cinese di bike sharing Ofo,  nata nelle aule universitarie e specializzata nel noleggio di bici, sta vivendo un momento d’oro. E’ stata da poco annunciata la raccolta di 700 milioni di dollari di finanziamenti che serviranno ad aumentare fino a 20 milioni le bici in circolazione in 20 città.

Dietro a questo finanziamento c’è  il colosso orientale dell’e-commerce Alibaba, del miliardario Jack Ma. L start-up Ofo ha attualmente una flotta di 6,5 milioni di biciclette gialle in 150 città di 5 Paesi  e non è nemmeno l’unica realtà cinese di bike sharing. Solo a Pechino ce ne sono altre 11, tra cui Mobike con la quale Ofo si sta spartendo il mercato. 

deposito di bike sharing a Pechino

La particolarità del sistema di noleggio sta nel fatto che si gestisce tramite app, costa pochissimo e, dal maggio di quest’anno,  non è nemmeno necessario il deposito cauzionale da parte degli utenti. Una volta trovata la bici la si sblocca attraverso il proprio account via smartphone ( basta inquadrare il QR code situato sopra il dispositivo di blocco) . Arrivati a destinazione,  la si può lasciare sul marciapiede o nelle aree adibite . Basta  “chiudere”  via smartphone.  La modalità si chiama free-flow . Semplice no?

Talmente semplice che ora l’iniziativa è sbarcata in Europa  ed è  arrivata  anche a Milano e a Firenze. Il colosso cinese  Mobike ha stipulato un accordo i sindaci  delle rispettive città, Giuseppe Sala e Dario Nardella, che hanno deciso di rendere più ecologica la mobilità urbana. Lo stesso Sala , dopo un giro di prova, ha dichiarato: «È una bici maneggevole, leggera, le gomme non si bucano, è una soddisfazione condurla». E’ vero, le bici sono belle, comode ed eleganti, anche se qualcuno ha già fatto osservare che sono un po’ piccole, forse pensate per un mercato cinese piuttosto che europeo.

Comunque sia, le prime bici arancioni e nere, sono già in circolazione e a queste se ne aggiungeranno altre. Diventa urgente, a questo punto, ripensare la rete delle piste ciclabili per  rendere più fruibile e sicuro il loro  utilizzo.

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